Logo San Marino RTV

Cina: a processo un dissidente che chiede democrazia

23 dic 2009
Cina: a processo un dissidente che chiede democrazia
Mentre al tribunale di Pechino si sta celebrando il processo contro Liu Xiaobo, fuori c’è chi protesta. Non sono tanti, si rischia molto. Ci sono anche i diplomatici di 15 paesi e reporter internazionali a cui è stato negato il permesso di assistere all’udienza. Un manifestante esprime ai giornalisti la sua solidarietà al dissidente e poi mostra uno striscione. “Lunga vita alla democrazia, lunga vita a Liu Xiaobo”. Inutile il fatto che spieghi che non c’è scritto niente di male: un poliziotto in borghese prende lo striscione e lo porta via, ma le telecamere hanno ripreso tutto.
“Xiaobo – ha detto uno dei suoi avvocati – si è proclamato innocente”. Ma potrebbe aver aggravato la sua posizione perché il sistema giudiziario cinese è più severo contro gli imputati che non si dichiarano colpevoli.
La moglie del dissidente, con la voce tremolante per l’emozione e la paura, racconta che anche se verrà condannato, il marito non intende appellarsi. La sentenza è prevista prioprio per il giorno di Natale, quando l’occidente sarà distratto dalle festività e non è un caso secondo l’associazione cinese per i diritti umani.
Xiaobo è un ex professore di letteratura, messo alla berlina dal sistema comunista cinese, dopo il suo sostegno ai manifestanti di Piazza Tienanmen. A 20 anni di distanza non si ancora se i morti furono centinaia o migliaia. Parlarne in Cina è pericoloso. Xiaobo ha già scontato 20 mesi di prigione e tre anni in un campo di rieducazione.

Luca Salvatori

Riproduzione riservata ©