Un ritardo sicuramente da recuperare, un vuoto legislativo che va colmato, pur nella consapevolezza che tutto è perfettibile, ma è sempre meglio provare a fare, in un'ottica di sistema, piuttosto che restare immobili. Con questo spirito Carlo Romeo si rapporta alla proposta di legge sulla professione giornalistica e l'editoria: “l'occasione – sostiene – per dare un esempio all'Italia”. In fase di stesura del progetto, il Direttore della San Marino RTV aveva già indicato, al pari di altri, le proprie linee guida - alcune accolte, altre no - ritenendo precisa responsabilità del servizio pubblico radiotelevisivo dare il proprio contributo, allorché richiesto. E dalle pagine di SanMarinoOGGI.sm ora sfrutta l'opportunità di ribadirne il fine ultimo: garantire cioè sia chi lavora nel settore, sia il pubblico, unico destinatario a pieno diritto di una informazione credibile e autorevole. Nessuna preclusione alla Commissione di nomina politica chiamata ad applicare ai giornalisti eventuali sanzioni sul fronte deontologico. Ma se l'USGI la considera - in ogni caso - “un'ingerenza pericolosa”, Romeo non ne fa una questione di metodo, ma di merito: è bene “procedere con nomine autorevoli, basandosi sui curricula – sottolinea - e non sulle tessere di partito in tasca. Il problema – dunque - non è chi decide ma chi viene proposto e votato”. Le perplessità le riserva semmai alle eventuali distinzioni interne alla professione e alla reale utilità delle Scuole di giornalismo per San Marino presupposte dalla legge. Sull'ipotesi di dover sostenere un esame per l'abilitazione alla professione in territorio, invece, non vedrebbe particolari problemi. Dettagli a parte in ballo è la crescita della cultura giornalistica nel Paese: l'auspicio è che la San Marino RTV possa giocare un ruolo centrale in questo processo, conscia proprio per la sua funzione pubblica di doversi assumere un onere in più nei confronti della gente.
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