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Green Economy a San Marino: innestare la ripresa o aspettare rassegnati che passi la crisi?

29 set 2014
Green Economy a San Marino: innestare la ripresa o aspettare rassegnati che passi la crisi?
Green Economy a San Marino: innestare la ripresa o aspettare rassegnati che passi la crisi?
E’ questa la domanda attorno al quale ruoterà il workshop Una mano al Paese: serve ancora? in programma Martedì 30 settembre alle ore 18,00 presso lo Hotel San Giuseppe (Valdragone) promosso dal Coordinamento per l’Agenda 21 col patrocinio della Segreteria di Stato per il Territorio e l’Ambiente ed il sostegno dell’Ente Cassa di Faetano.
Sono invitati alla tavola rotonda “Il ruolo della Green Economy a San Marino nel dopo Black List” i Segretari di Stato per le Finanze, per l’Industria, per il Territorio e l’Ambiente, oltre al Presidente dell’ANIS e della Camera di Commercio ed ai rappresentanti delle Organizzazioni Sociali ed Economiche. Saranno sollecitati ad
esporre iniziative in essere, progetti e proposte sul ruolo che la green economy può rivestire nel superamento dell’attuale crisi economica, che da diversi anni sta attanagliando il Paese portandolo inesorabilmente verso il declino: vedasi il crollo del Pil e l’aumento della disoccupazione.
Introdurrà la tavola rotonda un contributo dell’On. Ermete Realacci sul tema “Green Economy: come superare la crisi e non restare fermi ad aspettare la ripresa”. Ermete Realacci dal 1987 al 2003, è stato presidente di Legambiente, divenendo uno dei maggiori esponenti dell'ambientalismo italiano.
Alle elezioni politiche italiane del 2013 è stato rieletto alla Camera dei Deputati per il PD nella circoscrizione Lombardia. Dal 7 maggio 2013 è Presidente della VIII Commissione permanente Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati. Per dare voce e forza ai tanti talenti italiani, come risorsa del futuro per il suo Paese, Realacci ha promosso e presiede Symbola, Fondazione per le Qualità Italiane, che insieme ad Unioncamere ha realizzato il rapporto “Green Italy 2013”. Eccone in sintesi i contenuti: l’Italia deve scommettere sull’innovazione, la ricerca, le nuove tecnologie, per rinnovare il suo saper fare, la vocazione imprenditoriale ed artigiana, la creatività e la bellezza di cui è ricca.
Oggi nell’intera economia italiana gli occupati “verdi” – i cosiddetti green jobs – sono più di 3 milioni.
Accanto a questi si possono annoverare altre 3 milioni e 700 mila figure ‘attivabili’ dalla green economy: occupati con le carte in regola per lavorare in settori e filiere green. Dal 2008 ad oggi il 22% di tutte le imprese nazionali hanno investito in tecnologie green per ridurre l’impatto ambientale e risparmiare energia. Dalle quali quest’anno arriverà il 38% di tutte le assunzioni programmate nell’industria e nei servizi: 216.500 su un totale di 563.400.
Vuol dire che dall’inizio della crisi, nonostante la necessità di stringere i cordoni della borsa, più di un’impresa su cinque ha scommesso sulla green economy. Percepita come una risposta alla crisi stessa, non ha deluso le aspettative. Chi investe green, infatti, è più forte all’estero: il 42% delle imprese manifatturiere che fanno eco-investimenti esporta i propri prodotti, contro il 25,4% di quelle che non lo fanno. Perché oggi green economy significa innovazione: il 30,4% delle imprese del manifatturiero che investono in eco-efficienza ha effettuato innovazioni di prodotto o di servizi, contro il 16,8% delle imprese non investitrici. E significa redditività: il 21,1% delle imprese manifatturiere eco-investitrici ha visto crescere il proprio fatturato nel 2012, tra le non investitrici è successo solo nel 15,2% dei casi.
Nell’ambito del workshop sono previsti contributi di altri importanti relatori: il Prof. Luigi Bruzzi dell’Univ. Di Bologna nel suo intervento “Coltivare il futuro: un Osservatorio della Sostenibilità a San Marino” presenterà in anteprima i risultati di una ricerca sugli indicatori della sostenibilità. Il Prof. Renato di Nubila,
Docente di Metodologia della Formazione e di Comportamento Organizzativo presso l’Un. di Padova, concluderà il Focus Group “Come sta San Marino a tre anni dal lancio di una Mano al Paese?” Il mondo del volontariato, le organizzazioni sociali ed economiche nonché tutta la cittadinanza sono invitati a partecipare e a portare il loro contributo in sede di dibattito. Vedasi programma allegato.

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