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22 novembre 1963: moriva a Dallas il presidente John Fitzgerald Kennedy

22 nov 2016
22 novembre 1963: moriva a Dallas il presidente John Fitzgerald Kennedy
22 novembre 1963: moriva a Dallas il presidente John Fitzgerald Kennedy
L'assassinio di John Fitzgerald Kennedy, trentacinquesimo presidente degli Stati Uniti d'America, avvenne venerdì 22 novembre 1963 a Dallas, Texas, alle 12:30 ora locale (18:30 UTC). John Fitzgerald Kennedy fu ferito mortalmente da colpi di fucile, sparati dall'operaio, attivista ed ex militare Lee Harvey Oswald, mentre viaggiava con la moglie Jacqueline, con il governatore John Connally (ferito gravemente) e la moglie di quest'ultimo, Nellie, a bordo della limousine presidenziale (una Lincoln Continental del 1961) nella Dealey Plaza.

Per indagare sull'accaduto venne creata un'apposita commissione d'inchiesta, la commissione Warren, secondo le cui indagini - svolte tra il 1963 ed il 1964 - Kennedy fu colpito da un unico cecchino (lone gunman theory).[1] Questa conclusione ha inizialmente incontrato un ampio sostegno da parte del pubblico statunitense, ma successivi sondaggi d'opinione, a partire dal Gallup poll del 1966, hanno dimostrato come molti dei lettori fossero invece di parere contrario,[2][3] tanto che nel 1976 venne creato un nuovo organo, la United States House Select Committee on Assassinations (HSCA) che presentò il risultato del suo lavoro nel 1979.

La HSCA, basandosi in parte su prove acustiche[4], ipotizzò che vi fossero stati quattro spari, di cui tre (compreso il colpo mortale) ad opera di Oswald e uno forse di un altro cecchino, concludendo che lo psicolabile Lee Harvey Oswald, poco dopo ucciso dal criminale Jack Ruby, potrebbe avere agito nel quadro di un progetto coinvolgente più persone, secondo diversi sostenitori di varie teorie del complotto.

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