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Yellow Pumpkin: il Presidente ABS scrive alla redazione

22 feb 2017
Yellow Pumpkin: il Presidente ABS scrive alla redazione
"Nella recente nota di “CR”, dal titolo “Sound of silence”, pur non citandolo esplicitamente, si fa riferimento ad un incontro organizzato da ABS con la partecipazione di cinquecento operatori del sistema bancario. Si trattava di un incontro formativo e, come lo stesso CR concede, che un "incontro venga organizzato a porte chiuse per carità è del tutto legittimo”. Così infatti è stato.
Ci spiace che il legittimo impedimento a riprendere l’evento dall’interno abbia creato qualche difficoltà ai bravi giornalisti della Televisione di Stato ma ci lascerebbe alquanto stupiti se a causa della mancanza di immagini di una assemblea dei bravi giornalisti non sapessero come corrispondere professionalmente al loro diritto-dovere di informare. È vero che oggi si vive (soprattutto) di immagini, ma noi diffidiamo da quell’ingannevole schiavitù che fa esistere solo ciò che viene ripreso da una telecamera. La discussione poi sulla “verità” e “opinabilità” delle immagini in real-time ci porterebbe alquanto lontano, probabilmente molto più in là di dove CR aveva intenzione di puntare.
Anche se abbiamo certamente da migliorare nella comunicazione, non credo si possa imputare all’ABS un difetto di trasparenza e disponibilità a fornire informazioni, soprattutto per quanto riguarda l’ABS di questi ultimi mesi e i suoi rapporti con RTV San Marino; per la stima e la considerazione che nutriamo nei confronti della RTV, del suo Direttore e dei giornalisti tutti, evitiamo di proseguire nella polemica, esacerbata nei toni (da “risibile” sino ad “idiozia”) non consoni al Vostro standing. E faremmo torto alle Vostre competenze, sicuramente superiori a quelle di uno studente di giurisprudenza del primo anno, se ritenessimo che trasparenza sia ossimoro di privato: non è la presenza o meno della televisione che determina se un evento sia trasparente od opaco, quanto piuttosto il modo con cui lo stesso viene affrontato, raccontato e mediaticamente rappresentato.
Certamente, in questo i giornalisti hanno il dovere di fare più, per evitare che alcuni episodi di strumentalizzazione mediatica (mi riferisco ad esempio ad un recente articolo intitolato: "L'ABS cerca alleati anche tra i dipendenti delle banche. Sindacato perplesso"), si ritorcano poi contro il diritto e dovere di cronaca degli stessi giornalisti, che si trovano ad essere "esclusi dagli eventi”. Aliis verbis, noi stiamo cercando di distinguere i debitori buoni da quelli cattivi. Voi giornalisti, bacchettate pure la nostra scarsa sensibilità mediatica, ma a patto che tutti i giornalisti si adoperino per l’adozione (e poi per il rispetto) del codice deontologico, non ancora approvato come invece la legge impone".

Avv. Matteo Mularoni, Presidente ABS



"E' arrivata l'ennesima lezione di giornalismo, con tanto di preoccupazione per il ritardo – di cui non siamo responsabili – nell'adozione del nostro codice deontologico. Siamo veramente stanchi, e lo abbiamo ribadito più volte, della brutta abitudine che hanno le varie corporazioni di questo Paese, di lavare i loro panni sporchi con la nostra acqua. I “bravi giornalisti” hanno un solo padrone: i loro lettori. Certo, potevamo raccontare senza immagini l'incontro formativo con i dipendenti bancari, preoccupati soprattutto per il loro posto di lavoro. Ma la collega seduta in sala, senza telecamera, proprio per capire qualcosa di più di un evento che aveva addosso gli occhi di tutta la politica e non solo, è stata invitata ad uscire. E' proprio, e la cito “come viene affrontato, raccontato e mediaticamente rappresentato” un fatto che determina se un evento sia trasparente oppure opaco. Noi non siamo stati messi nelle condizioni di farlo, non avendo una fonte diretta. Certo potevamo raccontare che Abs prosegue la ricerca di una “unione che fa la forza” avendo contro maggioranza e governo ma, come lei continua ad insegnare, senza una fonte diretta avremo fatto “strumentalizzazione mediatica”. Caro Presidente, mettiamo un punto. Noi non abbiamo mai pensato di insegnarle il suo lavoro, lei smetta di insegnarci il nostro. Infine, riguardo al ritardo relativo al codice deontologico che tanto la preoccupa la vorremmo tranquillizzare. E' pronto, ma durante la crisi di governo la Reggenza non ha ritenuto di inserirlo tra le urgenze e dunque giace in attesa di quel che sarà. Ne sollecitasse l'approvazione, ci farebbe un favore".

La Redazione

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