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Un po' di pace

15 mar 2017
Un po' di pace
Le elezioni sono finite ormai da tempo. Sarebbe opportuno prenderne atto, chiudere capitolo e campagna elettorale e andare avanti, anche se per la verità una certa difficoltà a chiudere definitivamente con il passato è una tipica caratteristica di tutte le comunità piccole. La campagna elettorale dunque è finita, chiusa. Amen. Meglio girare pagina anche perché, come è evidente a tutti, è in corso una guerra che può mettere definitivamente in ginocchio il Paese. Guerra civile per di più cioè la peggiore.
Il campo di battaglia sono ancora una volta le banche cioè i soldi cioè la prima ragione di guerra dal momento in cui i Fenici hanno inventato il danaro. Le banche sammarinesi hanno avuto grandi responsabilità nel passato, hanno grandissime responsabilità per il futuro mentre per il presente il mondo bancario sammarinese sembra proprio uno scenario di guerra civile e le guerre civili, come ci insegna la Storia, per loro natura non hanno mai visto vincitori.
Non è facile - e forse è anche apparentemente ingenuo - invocare a questo punto un po' di pace e appellarsi a una neutralità attiva in questo momento rispetto a questa guerra civile. La Radiotelevisione di Stato deve, per quel che ci riguarda praticare la succitata neutralità attiva, dando con correttezza voce, notizie e occasioni di riflettere a tutti, a volte anche cercando per quanto possibile di abbassare i toni dei contendenti visto, che ci seguono anche dall'estero e sono in tanti. I giornalisti e il personale di RTV lo sanno bene e lo stanno praticando con una professionalità ampiamente riconosciuta.
E' chiaro però che le istituzioni devono anche intervenire quando compete loro dare delle risposte, avendo sempre la massima fiducia nella trasparenza per non creare confusione in due contesti che non vanno sottovalutati e che invece sono primari.
Il primo contesto è rappresentato dagli altri Paesi - a cominciare dall'Italia - che non capiscono, in mancanza di notizie certe e chiare, cosa stia succedendo. Per inciso, Dio sa la fatica che ci vuole da parte di tutti per riaccreditare nuovamente oltre i confini San Marino, compreso il suo sistema bancario, in Italia e non solo, perchè il luogo comune dei "furbetti" e delle "furbate", è ancora forte fuori confine - mentre il secondo contesto è rappresentato dal cittadino comune sammarinese che vorrebbe capire, conoscere, decidere ma che dal clamore della battaglia o dal silenzio che arriva dalle roccaforti, finisce per perdere la bussola e la fiducia.
Forse meglio, molto meglio, quindi riportare le cose a un livello più consono alla tradizione e alle aspettative. Abbassare insomma, metaforicamente le armi non è segno di debolezza ma semmai di forza, perchè le guerre civili portano notoriamente solo disastri per tutti. Occorre invece contribuire a ricreare un tessuto sociale e un confronto che magari non veda i propri interlocutori, identificati solo come servi o nemici, ma piuttosto interlocutori utili a fornire quel contributo positivo nell'interesse del Paese e non nell'interesse di questa o quella bandiera di parte, visto che non stiamo parlando di tifo calcistico.
Una vicinissima scadenza, ad esempio, potrebbe dare un primo segno forte e il caso vuole tocchi alle banche. L'ABS si riunisce venerdì mattina al Kursaal e è prevedibile che vi sia un cambiamento ai vertici, visto che è stato già preannunciato da tempo come quello dell'attuale Presidente fosse un mandato a orologeria.
Una occasione con la nomina di un nuovo Presidente dunque per un segnale forte e solido di reale superamento dell'attuale conflitto. Occorre una nomina che non ceda magari al fascino di vari yuppismi d'antan o di grige figure di scarso spessore, ma piuttosto qualcuno che possa spendersi un patrimonio personale di credibilità e di relazioni, di esperienze consolidate e apprezzate in ambito internazionale e inoltre che ben conosca sia il mondo bancario sammarinese sia i meccanismi e le situazioni di controllo cui questo mondo è soggetto, uno in sintesi che sappia rispettare entrambi. Insomma carte e notizie certe alla mano - perchè questo vuol dire trasparenza - e rispetto reciproco fra tutti gli interlocutori. Sarebbe una buona ripartenza.
Nonostante le apparenti difficoltà non sarà presumibilmente difficile - magari persino nella sala del Kursaal - identificare una personalità del genere, che sappia dare il suo contributo con la sua esperienza umana e professionale, per favorire un cambiamento del genere di scenario e di toni. Ne hanno bisogno le banche per il ruolo di motore che hanno a San Marino, ne ha bisogno Banca Centrale stessa impegnata in un lavoro molto complesso e difficile, ne hanno bisogno il Governo che sta iniziando a operare nel merito così come ne hanno bisogno le opposizioni, per non finire tutti impantanati su un solo tema politico in tutta la legislatura.
Sopratutto ne ha bisogno il cittadino di cui sopra - quello che vorrebbe sapere e capire - che sa che in quella banca, qualsiasi essa sia, dietro quello sportello ci sono i suoi risparmi, il suo presente, il futuro dei suoi figli e non si tratta di demagogia ma di banale realtà.
In questo caso è bene avere presente che è lui quello che rischia più di tutti perchè lui rischia tutto quello che ha.

Carlo Romeo

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