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Democrazia oggi. Nulla di scontato. Editoriale del Dg Carlo Romeo

15 set 2018
@elpais
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Ha ragione la Reggenza e le sue non sono parole ma pietre su cui si fonda il vivere sociale, la natura stessa della politica, quella con la faccia onesta e le mani pulite, libera di portare fino in fondo le proprie idee, costi quel che costi.

"Un sistema democratico - per dirsi effettivamente tale - deve infatti rivelarsi capace" - citiamo dal messaggio di oggi in occasione della Giornata della Democrazia - "non solo di garantire libertà di espressione e spazi di rappresentanza alla pluralità delle voci e di interessi presenti nella società, ma anche assicurare il costante dialogo fra società civile e spazio politico, in modo da poter apportare costantemente linfa vitale alla democrazia e contribuire, in tal modo, alla crescita civile, economica e sociale della Comunità".

Pietre e non chiacchiere, dicevamo, pietre che servono per costruire un monumento solido e al tempo stesso fragile come la democrazia. Perché in ogni istante, in ogni contesto, occorre, queste pietre, tenerle presente come fossero una bussola per garantire l'esistenza stessa della convivenza civile.

Ho visto tante volte, purtroppo, nella mia ormai piuttosto lunga vita professionale, un certo giornalismo farsi condizionare dall'arroganza del potente di turno; potente che puntualmente, e non a caso, non ho poi mai visto finire benissimo, vittima alla lunga distanza di quei suoi stessi metodi; spesso pugnalato proprio dai suoi scherani. Ho visto in Italia, ministri telefonare a certi giornalisti sollecitando o minacciando, oppure chiedere ai direttori dei telegiornali - un classico della Prima Repubblica - la testa di quel giornalista o di quell'altro, rei di fare il loro lavoro al meglio con professionalità e schiena dritta, distruggendo carriere a chi meritava o costruendole ai cortigiani di turno, non a caso vil razza dannata ma pur sempre utile se si confonde la stampa con la propaganda.

A volte le minacce più o meno velate tornavano indietro al mittente, se i vertici avevano coraggio e mani pulite. In altri casi purtroppo succedeva il contrario: magari con ipocrisie e silenzi. Ovunque la stampa è temibile per gli effetti che può avere, e deve sapersi regolare basando il proprio lavoro sulla correttezza e la professionalità; sapendo ignorare le critiche di chi, magari, una redazione non sa neppure cosa sia o non ha mai lavorato in una produzione delle news.

E' vero che siamo nell'era - mi auguro prossima alla fine - dei tuttologi, spesso smanati ma con idee chiare su tutto, rozzamente critici perchè poi si sa, chi è in mare naviga e chi è a terra critica, magari senza avere mai preso in mano un timone.

D'altronde i tempi sono questi.
Uno dei maggiori studiosi di vaccini e di virus che ci sia in Italia, si sente in dovere di lasciare con la famiglia, questa estate, il luogo delle vacanze perché minacciato dai soliti dipendenti da tastiera. Gente numerosa perchè vivere attaccati al pc e alle proprie confuse opinioni, è sempre meglio che studiare. E questo del 'prof' che rinuncia alle vacanze è solo un esempio. Un altro imbecille anonimo - legioni di imbecilli cui i social hanno dato diritto di opinione, come sosteneva Umberto Eco - augura la morte dei figli a un famoso calciatore, molto probabilmente senza neppure avere chiaro cosa stia dicendo, il tutto coperto dall'anonimato.

Una delle regole del buon giornalismo peraltro è che una lettera anonima si cestina senza leggerla; e forse è una regola che valica i confini del buon giornalismo per passare a quelli della convivenza civile. Facile a dirsi ma se sono i tuoi figli a essere minacciati, la cosa diventa un po' più complessa ovviamente.

Tornando alla democrazia e al messaggio della Reggenza, il rispetto della parola data, della legge quando la legge è giusta, battendosi per cambiarla quando non lo è, così come il rispetto della persona, di qualsiasi persona, sono alla base della democrazia che è una sola - quella vera - e non i certi ben noti sistemi, basati sull'esercizio del potere, imbellettati da democrazia. La democrazia, quella vera, si fonda sulla libertà e la libertà si fonda sulla conoscenza. Sarà un meccanismo banale ma è l'unico che personalmente riconosco.

Sono tempi non facili in cui in ogni angolo del mondo ci si chiede se e come si possa dare vita e mantenere in vita ogni giorno la democrazia. Tempi difficili, imprevisti per chi è cresciuto pensando che certe conquiste fossero per sempre. La mia generazione ha sbagliato, purtroppo, anche in questo.

cr

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