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Reddito di cittadinanza: il Consigliere Marco Nicolini sull'editoriale del Dg Romeo

8 gen 2019
Marco Nicolini
Marco Nicolini
Gentile Direttore,

mi pregio rispondere al suo editoriale titolato “Ragionandoci sopra”, con un corsivo che non ha certo l’intenzione di farle cambiare idea, ma solo quello di non lasciare le sue argomentazioni costantemente senza antitesi. 

Premetto di avere, al riguardo della famosa “Manovra del Popolo”, meno interessi del mio interlocutore da difendere, essendo io sammarinese e residente a San Marino. 

Non avendo posizioni politiche di riferimento nel panorama politico italiano, bacchettando da sempre a destra e a sinistra con spirito indipendente, spero non mi si accusi di mancanza d’obiettività

Giungo al punto: io credo che nel suo editoriale lei abbia preso molto, o abbastanza, dal verso sbagliato. 

Lei è un giornalista che ha goduto di meritato successo, che ha tenuto posizioni ferme e coraggiose – su tutte citerei il caso Tortora – ma che è anche stato facilitato, nella propria professione, da quel fortunato pionierismo in un campo che oggi si è innegabilmente trasformato in una Babilonia.

La cosa vale per ogni ambito lavorativo. In ogni settore merceologico. 

Pur io avendo una ventina d’anni in meno di lei, mi lasci rivelare quest’unico vantaggio, metto entrambi nella medesima generazione a guardare i giovani arrabattarsi in un mondo del lavoro di una complessità che lei, mi pare, sottovaluti. 

Lei vede nel ‘reddito di cittadinanza’ un attacco alla “cultura e alla politica del lavoro” oppure uno “smanato assistenzialismo elettorale”; io, parlando da persona semplice, lo vedo come un limite minimo. Un livello economico sotto il quale NON SI LAVORA! 

Sono fin troppi i ragazzi sfruttati fino all’inverosimile e pagati quando e quanto pare al datore di lavoro.

Ci saranno quelli che cercheranno di profittarne, è inevitabile, ma non credo assolutamente giusto dipingere ogni giovane, italiano o sammarinese che sia, come un indolente in attesa della “paghetta”; per i ragazzi di buona volontà, che sono la grande maggioranza, il reddito di cittadinanza sarà lì a dire che c’è un limite allo sfruttamento dei giovani.

Un discorso che, naturalmente, è valido per l’Italia, mentre proporre il “reddito di cittadinanza” a San Marino, dove i controlli dovrebbero essere capillari in una realtà tanto piccola, mi pare solo un esercizio di retorica. 

Concordo sulle sue considerazioni circa la lotta all’evasione fiscale a San Marino, anche se mi pare vi siano già nomi e cognomi di chi allo Stato debba pagare cifre considerevoli. 

Bene, la mia pausa è terminata: di sicuro non ne avrà a male per le parole buttate giù, in pochi minuti, da questo scrittore e politico dilettante. 

La saluto con stima e cordialità.

Marco Nicolini



La risposta del Direttore Carlo Romeo:

Gentilissimo Consigliere,

grazie in primo luogo per la sua attenzione e per il ragionare insieme su un argomento in cui, come sempre, è difficile trovare la verità assoluta.
Le risponderei solo su un aspetto che conosco bene - quello dello sfruttamento giovanile - e che considero determinante. Lo conosco bene perché quei tempi di "fortunato pionierismo", come giustamente li definisce lei, volevano dire anche zero assicurazioni, versamenti pensionistici e stipendi di fame rispetto ai giornalisti che non lavoravano per tv e radio private. Bellissimi oltre che fortunati ma tutt'altro che comodi o garantisti dal punto di vista lavorativo.

Erano tempi insomma in cui io entravo a Montecitorio insieme a Vincino, colpevole di lavorare per Lotta Continua, con i permessi dei parlamentari perché la Stampa Parlamentare non ci accreditava. Stessa cosa per Sandro Piccinini che incontravo in redazione il lunedì dopo che aveva fatto il giorno prima la radiocronaca da un terrazzo o persino dalla cima di un albero perché per la stessa ragione allo stadio non lo accreditavano in tribuna stampa. Insomma venti anni di precariato vero, in sintesi, quindi ne parlo a ragion veduta, molto veduta.

Per tutto questo penso che il reddito non sia la soluzione allo sfruttamento dei giovani. 
Per stroncare questa piaga sociale, a mio avviso, ci sono gli ispettorati del lavoro, i sindacati, i tribunali e sono certo che se si comincia ad andare giù pesanti con i controlli e le sanzioni, queste aberrazioni le si bloccano rapidamente. Il reddito non aiuta a combattere lo sfruttamento mentre la denuncia e il rigore di funzionari e magistrati invece si.

Grazie ancora per avere accettato di ragionarci su insieme.
Con stima.

Carlo Romeo

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