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L'intervento di Lorella Stefanelli al Consiglio d’Europa sul tema della ipersessualizzazione dei bambini

22 giu 2016
Lorella Stefanelli
Lorella Stefanelli
INTERVENTO del Consigliere Lorella Stefanelli alla Assemblea Plenaria del Consiglio d’Europa sul tema della ipersessualizzazione dei bambini e invito ad adottare iniziative per combattere il fenomeno dei bambini “fantasma”.


Anche io desidero ringraziare l’on.le Ghiletchi per l’esaustiva relazione svolta.

La tutela dell’infanzia e dei bambini contro lo sfruttamento e la violenza sessuale, la pedo pornografia, fino ad arrivare alla vendita vera e propria dei bambini a scopo sessuale, deve essere sempre al I° posto dell’agenda politica di ogni Stato e di ogni Governo.

Una comunità che non protegge i più deboli e gli indifesi, come i bambini, non ha un presente, ma neanche avrà un futuro.

Ma è bene anche prevenire tali aberrazioni e la sua relazione, on. le Ghiletchi, fornisce elementi importanti allorquando punta il dito, e richiama giustamente l’attenzione, ai fenomeni di ipersessualizzazione dei bambini, di eccessiva esposizione mediatica degli stessi, di eccessivo ricorso ad essi nella pubblicità di prodotti, moda o altro, che mostrano, anzi direi, usano corpi acerbi di bambine e bambini con pose, atteggiamenti e con una ricerca estetica propria degli adulti, offrendoli in pasto a menti morbose e malate.

Appoggio quindi la sua Relazione e le proposte di risoluzione e raccomandazione poste al voto.

Ma la presenza oggi qui in Plenaria e l’eccellente contributo portato dalla signora de Boeur-Bouchicchio in rappresentanza delle Nazioni Unite, mi sollecita tuttavia, a un’altra riflessione che vorrei condividere con tutti voi colleghi: ed è quella della vendita, dello sfruttamento sessuale dei bambini che non esistono: i bambini fantasma.
Sono quei bambini – e si stimano in 51 milioni all’anno di cui due bambini su tre sono in Africa Sub-Sahariana-, che alla nascita non vengono registrati all’anagrafe dalle loro famiglie – o perché non sanno che così si deve fare, o perché non possono economicamente sostenere i costi per arrivare ai lontani uffici competenti.
Da un punto di vista legale questi, sono bambini invisibili e la mancata registrazione anagrafica, li rende vulnerabili fin da piccoli, con maggiori probabilità di rimanere coinvolti in abusi di diverso tipo – dagli abusi sessuali, all’induzione alla prostituzione (anche nelle nostre belle città), al reclutamento nelle forze armate, alla deplorevole pratica dei bambini-soldato, al lavoro giovanile, ai matrimoni precoci.

Sarebbe bello che il Consiglio d’Europa prendesse a cuore tale problema magari anche con il lancio di una campagna di sensibilizzazione del fenomeno, se non con aiuti concreti.
Alcune realtà private già lo fanno in alcuni Stati membri, ma sarebbe diverso se fosse questa nobile istituzione, che da sempre ha a cuore i diritti dei bambini, a far sentire la propria voce su questa emergenza.

Strasburgo, giugno2016

Lorella Stefanelli
(Capo Delegazione al Consiglio d’Europa)

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