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Psd: Lazzarini conferma le sue dimissioni

5 set 2016
Marina Lazzarini
Marina Lazzarini
Ho presentato le mie dimissioni dall’incarico di Segretario politico del PSD il 24 agosto, all’indomani della Direzione nella quale è stata votata e approvata una risoluzione che ancora oggi non condivido, perché tenta di sottrarre il partito dal progetto portato avanti in due anni di lavoro per la costruzione di un grande soggetto politico, concretizzatosi prima nella Costituente Riformista, poi nella lista unica SSD, con lo scopo di superare la frammentazione della sinistra.
La Direzione nella quale sono state discusse le mie dimissioni è stata convocata dal Presidente il 1° settembre, quindi ben 8 giorni dopo le mie dimissioni.
Rigetto al mittente con forza, quindi, a soli 3 giorni dal rifiuto all’unanimità da parte della Direzione, l’accusa di voler perdere tempo e di fare ostruzionismo!
L’intento se mai era quello di lasciare uno spiraglio per una eventuale riapertura della questione,che però purtroppo non è arrivata.
Sottolineo la genesi del progetto nato come Tavolo Riformista, che non è estemporanea, era già presente in nuce nel documento costitutivo del PSD del 2005, nel quale si afferma che “il Partito dei Socialisti e dei Democratici ha il fine di rafforzare gli ideali e i valori della democrazia, del riformismo e della sinistra sammarinese”.
Era chiaramente presente nel documento conclusivo dell’Assemblea Congressuale del 25 marzo 2015 approvato all’unanimità, nel quale si legge “L'Assemblea Congressuale ribadisce la validità del progetto del Partito dei Socialisti e dei Democratici, mai interrotto, di promuovere la costruzione di un grande movimento riformista, laico, liberale e democratico, che abbia un orizzonte più ampio delle culture di matrice socialista e che sappia guidare il Paese sulla strada dello sviluppo e dell’integrazione della Repubblica nell’Unione Europea. In questo senso guardiamo a tutti, forze politiche, movimenti e singoli cittadini, per un definire un progetto che parta dall’emergenza attuale, ma sappia essere lungimirante, confermando le scelte sino a qui operate verso la trasparenza e verso un rinnovamento nell'agire politico. Si rilevano quindi con favore la posizione e le proposte del Partito Socialista, con il quale si vuole approfondire il rapporto per giungere ad una più ampia collaborazione per la prossima legislatura, che garantisca anche un necessario ricambio generazionale della classe politica; parimenti, intendiamo confrontarci anche con Sinistra Unita e Civico 10 al fine di costruire un percorso in grado di ricompattare le forze riformiste e di arginarne la frammentazione.”
È stato sancito nell’Assemblea Congressuale del 25 marzo 2016, nella quale è stato presentato ed approvato all’unanimità il documento dei valori di riferimento della Costituente dei Riformisti, nel quale è scritto: “La Costituente dei Riformisti si proietta in un progetto di centro sinistra, fondato su un moderno sistema dell’alternanza democratica tra chi persegue politiche progressiste chi no, con un percorso graduale e condiviso, per diventare forza politica unitaria.”
Il progetto scaturito nella lista unica SSD, dunque, era chiaro negli scopi e nei processi fin dall’inizio.
Non è mai stato, quindi, un progetto di rottura o di contrapposizione al PSD, bensì un progetto di evoluzione, di allargamento, di riaggregazione, nato proprio dal PSD!
Un progetto che ha restituito al PSD la centralità politica, dopo anni di duro impegno nel governo in una alleanza motivata nel 2012 dalla chiamata alla responsabilità per lo stato di emergenza del paese caduto in black list, ma che non era naturale né benvista dagli elettori del PSD.
Infatti, il segnale di scarsa approvazione che i nostri elettori ci hanno fatto pervenire con il risultato della tornata elettorale del 2012 è stato forte e chiaro e gli alleati DC ci hanno più di una volta biasimato per non aver confermato i risultati previsti.
La votazione della Direzione del 23 agosto, pilotata con metodi tipici della vecchia politica, ha privilegiato l’inaccettabile proposta della DC, mettendo in secondo piano il progetto di Sinistra Socialista Democratica.
L’ipotesi della DC era da rigettare, non da trattare.
La proposta di grande coalizione del PSD, adottata da SSD, era l’unica che teneva tutto insieme, non si doveva mettere in secondo piano per andare a trattare il vecchio disegno del tripartito!
La centralità politica del PSD è stata messa in crisi da questa scelta e la forzatura di quella votazione lascia in me un segno profondo di sfiducia verso chi decide con altri e in altre sedi il futuro del partito.
La Costituente dei Riformisti ha sempre ritenuto prioritario il confronto con tutti sui contenuti e la loro condivisione come elemento fondante per definire le alleanze future e il 25 marzo 2016 abbiamo presentato al paese il documento dei contenuti.
Il 5 luglio, in una sala gremita di gente come non si vedeva da tempo, abbiamo presentato al Paese la carta dei valori di riferimento, nome e simbolo della lista unica Sinistra Socialista Democratica e nel mese di agosto abbiamo incontrato tutte le forze politiche presenti in Consiglio Grande e Generale per un confronto sulla proposta programmatica della grande coalizione, basata sull’emergenza del Paese.
Una proposta, quella della grande coalizione, che teneva tutto insieme (anche i nostri elettori), proposta che la DC ha rifiutato, insieme alla dichiarazione dell’emergenza Paese, rispondendo con la sua ipotesi di una coalizione a 3 basata solo sulle sigle e sui numeri.
Se una parte del PSD ha deciso di andare a costituire una coalizione con DC e PS, escludendo in questo modo l’evoluzione del PSD in un progetto nuovo che passa per la lista unica SSD, insieme a Sinistra Unita, LabDem e altri che condividano contenuti, soluzioni e metodo, e non ci sono spiragli per rimettere in discussione questa scelta, per coerenza e rispetto verso le linee indicate da Congressi e Assemblee Congressuali del PSD, mi vedo costretta con grande tristezza a reiterare le mie dimissioni.

Marina Lazzarini
4 settembre 2016

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