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Centrale del latte: formaggi di San Marino, perché no?

23 set 2016
Centrale del latte: formaggi di San Marino, perché no?
La caciotta di San Marino, lo stracchino, la casatella, il burro, lo yogurt. Prodotti di eccellenza, protagonisti all’Expò dell’anno scorso, insieme all’olio, al vino, alla farina, al pane, alla pasta. Una filiera controllata, di assoluta qualità e dalle caratteristiche organolettiche tipiche, con un disciplinare di produzione molto severo.
Eppure, per le scuole sammarinesi sono stati preferiti prodotti caseari esterni, con grave scorno – e danno – per la Centrale del latte, oggi non più statale ma gestita dagli stessi allevatori sotto il nome di “Cooperativa Agricola Latte Sammarinese”.
Il fattaccio risale alla gara d’appalto emessa dalla Funzione Pubblica qualche tempo fa per la fornitura annuale dei derivati. Quella del latte è garantita in esclusiva sammarinese grazie alla costituzione dalla “zona bianca”.
La nuova gestione della Centrale di Acquaviva ha presentato un’offerta pari ad una spesa complessiva di 120 mila euro, contro i 145 mila della precedente gestione statale. Pensava di vincere, invece è stata surclassata da un’azienda esterna che ha presentato un’offerta pari a 95 mila euro, per gli stessi prodotti.
Ma sono davvero gli stessi? Hanno la stessa qualità, gli stessi controlli, la stessa freschezza, gli stessi disciplinari di produzione? Mettiamo a rischio la salute dei nostri bambini per pochi euro?
Tra l’altro, aspetto non secondario, questa azienda esterna non è neppure iscritta alla Camera di Commercio sammarinese, né al registro degli appalti. Quindi la partecipazione alla gara non avrebbe dovuto essere accettata e, di conseguenza, l’assegnazione sarebbe illegale.
Ma il problema è anche più grave, perché questa decisione, innanzi tutto, contravviene i deliberati del Consiglio sull’assegnazione di canali preferenziali alle aziende e ai prodotti locali (istanza d’arengo del 4 marzo 2009). Poi, va detto che, dopo le tempestose vicende che hanno visto il passaggio di proprietà della vecchia Centrale del latte, la nuova gestione ha investito molto per migliorare e incrementare la produzione di latte e latticini locali. A pochi mesi del suo ingresso, ha aggiunto altri due dipendenti agli otto previsti dalla Convenzione con lo Stato. Ha già cominciato a cambiare i macchinari, che erano quelli degli anni ’60, ed è ormai pronta a procedere a quelle ristrutturazioni che decenni di incuria e disinteresse avevano reso la struttura fatiscente e dichiarata praticamente inagibile. Si tratta di qualche centinaia di migliaia di euro già spesi, più gli stipendi per una ventina di persone, più la valorizzazione del “made in Repubblica”. Se adesso è proprio lo Stato a toglierle il fatturato, la situazione, che è già difficile, lo diventa ancora di più.
Tra l’altro, in un momento in cui nessuno ha dimenticato l’inquietante vicenda del pane dei Vallefuoco…

San Marino 23 settembre 2016

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