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Parco scientifico e tecnologico: la Segreteria Industria risposta a Repubblica Futura

25 ott 2016
Parco scientifico e tecnologico: la Segreteria Industria risposta a Repubblica Futura
Ci troviamo per l’ennesima volta a rispondere a una serie di falsi miti sul Parco Scientifico e Tecnologico, evidentemente chi fa le domande o pone le questioni poi non si prende la briga di leggere le risposte.

Questione di numeri: 2 milioni di euro? No: dall'inizio è stato speso circa 1 milione di euro, compreso anche lo stanziamento che coprirà l’affitto del 2017. Inoltre il capitale versato per la società del PST non è stato in alcun modo intaccato.

Nuova sede dell’incubatore d’impresa: l’assestamento di bilancio approvato dal Consiglio Grande e Generale a settembre 2016 riporta la necessità di reperire “una nuova sede per il Parco Scientifico e Tecnologico entro il 31 ottobre 2016 poiché la sede attuale non ha più spazi per accogliere le Start Up” che stanno continuando ad arrivare. Di questa necessità e delle possibili alternative aveva riferito il presidente della TSP S.pA. Giari lo scorso 25 luglio al Comitato di Indirizzo Strategico a cui sono invitati come mebri i rappresentanti di tutti i partiti politici, magfgioranza e opposizione.

Costi vecchia sede/nuova sede: a Rovereta (sede attuale) il canone è di 66mila euro l’anno, ma lo spazio non è più sufficiente. La nuova sede - 140mila euro annui per 1.600 mq contro l'attuale di 600 mq - farà entrare a regime anche il PST vero e proprio, ospitando le imprese già strutturate che vorranno insediarsi.

La sistemazione dell’attuale sede dell’incubatore è costata circa 30.000 €, ma proprio perchè c’erano numerosi interventi da fare sull’immobile, la proprietà lo concesse per il primo anno ad un canone di soli 2.000 €. Al netto, dunque, sono stati risparmiati 34.000 euro.

Affitti Start up: il decreto delegato del 30 novembre 2014, che fissava i canoni di locazione all’interno dell’incubatore per le start up, rendeva assolutamente chiaro che non era possibile pensare che andassero a coprire per intero le spese del canone dell’immobile, nella logica di agevolare l'insediamento di nuove imprese.

L’Italia si è messa a disposizione del progetto PST in termini di supporto per le linee di sviluppo, per l’armonizzazione delle normative di riferimento che agevolino le imprese da entrambe le parti e per quanto riguarda il coinvolgimento dei territori limitrofi.

Futura sede PST e investitori: l’instabilità politica e la contrarietà a questo progetto che c’è all’interno non fanno che scoraggiare potenziali investitori, i quali hanno bisogno di un clima stabile e sicuro per decidere di investire. Questo clima oggi non c’è e il comunicato di RF non fa che confermarlo quando, nemmeno troppo velatamente, sostiene che se saranno loro a vincere le elezioni stopperanno il progetto del Parco Scientifico e Tecnologico e lo metteranno in un cassetto: nulla a che vedere con chi professa le smart cities.

Sede in immobili da riqualificare: il PST è di proprietà dello Stato, ma lo Stato non ha a disposizione immobili da riqualificare. La scelta: cercare grandi opere dismesse di proprietà privata (dei soliti noti?) da acquistare (con il rischio di dover spendere molti soldi per adeguarle e sistemarle?) oppure cercare un terreno già di proprietà dello Stato su cui poter far costruire a un investitore la struttura?

Inaugurazione nuova sede e “altra spesa e non da poco”: non è previsto uno spettacolo con i più grandi nomi della musica internazionale né una cena di gala con uno chef stellato. Sarà semplicemente un taglio del nastro, cui è invitata tutta la cittadinanza, e un piccolo buffet.

Il PST non ha ancora portato nulla: 30 imprese iscritte al registro start up con un totale di 73 dipendenti più altre 4 già costituite che stanno ultimando l’iscrizione più altre 8 che hanno passato l’esame del comitato valutatore e possono costituirsi. Quindi 42 imprese. E ogni giorno arrivano domande e richieste di informazioni da parte di imprenditori che sono interessati al nostro incubatore.

Speriamo, questa volta, di essere stati esaustivi, anche se crediamo che non sarà finita qui. Ma poco male, i fatti parlano da sé e, per chi vuole, di materiale per approfondire l’argomento ce n’è. Rinnoviamo l'invito a Repubblica Futura di venire a vedere dal vivo il lavoro dell'incubatore.

Comunicato stampa
Segreteria di Stato Industria

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