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Mdsmi sulla crisi del sistema bancario

25 apr 2017
Mdsmi sulla crisi del sistema bancario
La crisi del sistema bancario nel nostro paese ha una storia. Ed è dalla sua storia che non stiamo cogliendo quei suggerimenti necessari per la risoluzione della crisi, che l’ha impoverito in senso materiale e culturale, e di conseguenza della sua funzione sociale ed economica, necessaria per il mantenimento e lo sviluppo del nostro paese. Un’analisi storica del sistema bancario sammarinese va fatta, anche perché la storia propone soluzioni, che hanno dalla loro il valore dell’esperienza, del confronto con la realtà, già acquisito.
Il sistema bancario del nostro paese, prima dell’anno 2000 era formato da banche di comunità, strettamente legate all’economia reale. Con le industrie, l’artigianato, il commercio e le famiglie. La loro attività remunerativa era maggiormente incentrata sulla concessione di prestiti, alle imprese e alle famiglie, oltre alla raccolta e alla gestione del risparmio. In alcuni casi erano banche regolate nei loro incarichi di dirigenza da un azionariato diffuso fatto di una rete di soci. Sceglievano le persone che avrebbero gestito i loro soldi.
Agli inizi dell’anno 2000, il sistema bancario del nostro paese cambia volto. Un intreccio fatto di politici e speculatori, attratti dalla ricchezza contenuta all’interno dei nostri istituti di credito, decide di stravolgere il nostro sistema bancario. L’intento è quello di dare continuità alla logica dell’arricchimento facile. Le nostre banche diventano società per azioni. Ma gli azionisti non contano più niente. I risparmiatori non hanno più la possibilità di scegliere le persone che dovranno gestire i loro soldi. Sono gli occulti, fino a quest’anno, beneficiari effettivi a decidere. Proliferano le licenze bancarie, proliferano le finanziarie e nello stordimento generale procurato da prospettive di facile arricchimento nessuno coglie un segnale, il caso dell’Arc Finanziaria, l’inizio del malaffare bancario e finanziario nel nostro pase, dell’intreccio fra politica e speculatori, che non esitano a trascinare le istituzioni in questo inizio di turbine di attività illecite. È l’inizio del declino per il sistema economico del nostro paese, l’attività speculativa prende il sopravvento su quella imprenditoriale. La cultura del guadagno facile scalza quella fatta di impegno e fatica.
Il core business del sistema bancario sammarinese dopo gli anni 2000 non è più il credito alle imprese. Si va verso forme di trading proprietario, un’attività complessa, rischiosa e poco trasparente, in cui le banche mettono in gioco il loro capitale in attività ad alto rischio. L’attività speculativa prende il sopravvento, favorita da una dirigenza mercenaria in troppi istituti di credito, che non sollecita la formazione di professionalità autoctone, ma pensa solo a spogliare le nostre banche dalla liquidità presente e contribuisce a formare la cifra ragguardevole di due miliardi di crediti deteriorati.
Nel 2005, l’istituzione della Banca Centrale di San Marino, ed una delle sue finalità, stabilita dall’Articolo 3 del suo Statuto è quella promuovere la stabilità del sistema finanziario e tutelare il risparmio, a cui la Repubblica riconosce un rilevante valore sociale, attraverso la vigilanza sulle attività creditizie, finanziarie e assicurative svolte dagli intermediari autorizzati.
Ma questo organismo nella realtà non ha cambiato niente, non ha inciso sull’efficienza o sulle inefficienze del sistema bancario sammarinese. E continua a non incidere. Lo evidenzia il modo in cui sono gestite le attuali criticità del sistema bancario.
La situazione attuale del sistema bancario si sana solo con un profondo processo di riforma ad iniziare da Banca Centrale. È necessario ripensare il sistema bancario sammarinese. Ridefinirne i ruoli e le competenze. Non è intervenendo su due istituti di credito che si risolvono i problemi del nostro sistema bancario, peraltro con tempistiche e nomine del tutto inopportune, che hanno creato solo ulteriore confusione e peggiorato la situazione di queste due banche. È inutile sanare anomalie circoscritte se prima non si sana l’anomalia del sistema che le ha generate. C’è la necessità di riavvicinare il sistema bancario sammarinese all’economia reale del nostro paese e toglierlo dalle mani della politica affarista e connivente con speculatori senza scrupoli e questo si può fare solo separando in modo netto l’attività bancaria con funzioni sociali ed economiche da quella speculativa. Da dieci anni i principali paesi al mondo hanno messo in atto processi di riforma del loro settore bancario, separando in modo netto le banche commerciali, quelle delle famiglie e delle piccole medie imprese da quelle d’affari che propongono investimenti ad alto rischio. Banca Centrale e le istituzioni collegate non hanno ancora promosso questa separazione. I risparmi delle famiglie, messi assieme dopo anni di sacrifici, i Fondi Pensione, il Fondiss, gli elementi necessari alla ripresa dell’economia reale del nostro paese, sussistono assieme ad attività speculative che ne mettono in discussione e ne pregiudicano la loro funzione sociale ed economica. Le iene e gli agnelli stanno assieme solo nelle favole.
Non si fa economia con la civiltà delle speculazioni del favore, e dell’attesa di Messia carico di liquidità bancarie. Dobbiamo essere noi a mettere le mani nella nostra terra ed estrarne i frutti migliori ed estirparne la gramigna speculativa che sta soffocando il futuro dei nostri figli. Dobbiamo essere noi a far crescere quell’economia sana, fatta di industria, artigianato e commercio, attività coadiuvate tra loro in un rapporto sinergico costituito da una rete fatta da banche che hanno una funzione sociale ed economica, sanità e scuola.

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