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Segreteria Affari Esteri e Giustizia: "Le tante falsità sulla retribuzione del nuovo Dirigente del Tribunale"

23 feb 2019
Segreteria Affari Esteri e Giustizia: "Le tante falsità sulla retribuzione del nuovo Dirigente del Tribunale"
Quello assegnato con Delibera del Congresso di Stato al Prof. Giovanni Guzzetta nel ruolo di Dirigente del Tribunale, è lo stesso stipendio attribuito a qualunque altro Commissario della Legge, così come prescrive la normativa vigente in merito, prevedendo inoltre 10 scatti di anzianità, di cui 3 maturati con la permanenza in seno al Collegio Garante della Costituzionalità delle Norme (in cui è stato nominato nel 2012, diventandone Presidente nel 2016) e 7 a motivo della “chiarissima fama”, vale a dire in riconoscimento dei meriti acquisiti nel campo del Diritto.

Giovanni Guzzetta, infatti, è avvocato cassazionista e professore ordinario di Istituzioni di diritto pubblico, presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Roma “Tor Vergata” e direttore del Master di II livello in Processi decisionali e lobbying in Italia e in Europa. Ha conseguito un Phd presso l'Istituto Universitario Europe di Fiesole.
Già Visiting Researcher presso il Dipartimento di diritto pubblico della Goethe University di Francoforte, una delle principali Università di ricerca internazionali, è stato Capo di Gabinetto del Ministro per la Pubblica Amministrazione e per l'Innovazione.
È stato tra i membri fondatori della SIPE, Societas Juris Publici Europaei e Visiting Researcher della A. von Humboldt Stiftung, presso il Dipartimento di diritto pubblico della Albert-Ludwigs Universität di Friburgo; autore di un centinaio di saggi, monografie e articoli. Nel settembre 2013 è stato eletto, dal Senato della Repubblica italiana, membro del Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa, di cui è stato anche vicepresidente.

Un curriculum, quello del Prof. Guzzetta, di tutto rispetto che evidenzia una competenza e una professionalità di alto livello e prestigio individuando nel nuovo Dirigente del Tribunale persona di chiarissima fama, tale da giustificarne la retribuzione. Parrebbe infatti paradossale che una professionalità come quella del Prof. Guzzetta, che per diversi anni ha svolto un ruolo di rilievo e prestigio all'interno del Collegio Garante, mettendo la sua competenza al servizio del paese, non venga riconosciuta ed ancor più paradossale interpretare in maniera distorta la normativa vigente pretendendo che il Dirigente del Tribunale percepisca una retribuzione inferiore a quella dei Magistrati che dovrebbe, appunto, “dirigere”.

Sono quindi destituite di ogni fondamento le artate interpretazioni circa una sua speciale retribuzione, come pure le illazioni su inesistenti “indennità particolari”.

“Proprio nell'intento di rispettare rigorosamente tutte le norme in materia – dichiara il Segretario di Stato alla Giustizia, Nicola Renzi – e di evitare ogni forma di parzialità o privilegio, il Governo ha ritenuto di non considerare nessuna altra indennità economica, che pure altri Magistrati -giustamente- percepiscono, se non quella prevista per il ruolo di Magistrato Dirigente.

Si precisa inoltre - prosegue il Segretario - che la durata dell'incarico di Dirigente è stata definita sulla base di quanto indicato e previsto dalla Legge sull'ordinamento giudiziario, la quale prevede la possibilità in seno al Consiglio Giudiziario Plenario di definire una durata anche inferiore ai cinque anni. Quindi, non avendo il Consiglio Giudizio Plenario deliberato in tale direzione si è mantenuta la durata quinquennale stabilità dalla norma di legge.

Su questo tema è stata presentata una interrogazione nei giorni scorsi, alla quale la Segreteria fornirà risposta scritta sulla base dei pareri degli Uffici competenti ai quali sempre la Segreteria si è riferita per attuare i suoi compiti, ivi compreso quello in oggetto. La risposta all’interrogazione, appena consegnata agli interroganti, per il doveroso rispetto istituzionale, verrà resa pubblica dalla scrivente Segreteria nella piena volontà di trasparenza.

Infine, qualora la delibera necessitasse di chiarimenti, non vi è alcun problema ad integrarla o anche modificarla, rivolgendosi, se del caso, al Consiglio Giudiziario Plenario per una migliore interpretazione applicativa della legge, ovvero a quegli organismi che vengano ritenuti idonei e competenti a questi compiti.

Comunicato stampa
Segreteria Affari Esteri e Giustizia

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