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Caso di riciclaggio in Tribunale: a giudizio due sorelle di Brescia

2 ott 2014
Caso di riciclaggio in Tribunale: a giudizio due sorelle di Brescia e il loro padre
Caso di riciclaggio in Tribunale: a giudizio due sorelle di Brescia e il loro padre
Processo per riciclaggio in Tribunale a San Marino, davanti al giudice Gilberto Felici. Sul banco degli imputati due sorelle di Brescia, Valentina Balsamo di 28 anni – oggi in Aula - e Angela Balsamo di 29, accusate in concorso con il padre Cosimo Balsamo, 56enne di origini brindisine, di aver movimentato 2 milioni 150mila euro per nasconderne - secondo gli inquirenti - la provenienza illecita. I magistrati ritengono infatti siano provento di furto e ricettazione di materiale ferroso, tra cui il rame. Reati per cui Cosimo Balsamo, insieme ad altre 5 persone, fu arrestato nel 2007 dalla Guardia di Finanza. Gli oltre 2 milioni di euro in questione erano stati depositati su un conto presso la Banca Commerciale Sammarinese proprio a nome di Valentina Balsamo. Parte della somma era stata investita in titoli, parte in obbligazioni; ma risultano anche diversi prelievi, almeno fino al 9 giugno 2011. Poi il blocco del conto da parte della Agenzia di Informazione Finanziaria. La difesa ha subito posto una eccezione preliminare sul capo di imputazione, ritenuto non sufficientemente determinato, ma rigettata nell'immediato dal giudice. Dunque, si è proceduto con l'audizione di due testimoni, a cominciare da un funzionario dell'AIF il quale ha sottolineato come la verifica sulle movimentazioni di denaro fosse avvenuta per loro iniziativa e che BCS non aveva mai segnalato nulla di anomalo. Cosa confermata anche da un dipendente della stessa banca: nessuna segnalazione è mai giunta al referente dell'antiriciclaggio di BCS. Il bancario ha poi ricordato che all'epoca dei fatti nel 99% dei casi i versamenti dall'Italia a San Marino avvenivano in contanti, questo consentiva al cliente di evitare la compilazione del modello RW e quindi di aggirare il fisco. La difesa, dal canto suo, sostiene che quei 2 milioni 150mila euro, ritenuti di provenienza illecita, erano invece frutto di investimenti di immobiliari. Alla fine, il processo è stato aggiornato al prossimo 4 novembre.

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