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Rapina anziana coppia e torna sul luogo del delitto: riconosciuto il figlio della collaboratrice domestica delle vittime

21 ott 2014
Rapina anziana coppia e torna sul luogo del delitto: riconosciuto figlio della collaboratrice domestica delle vittime
Rapina anziana coppia e torna sul luogo del delitto: riconosciuto figlio della collaboratrice domestica delle vittime
Si è tradito nel più classico dei modi: tornando sul luogo del 'delitto'. Un 24enne albanese, Ener Sadiku, si è presentato infatti a casa della donna 80enne che aveva rapinato nel mese di giugno, dopo essere entrato nella sua abitazione in piena notte. Forse lo ha fatto per 'capire' se la signora si ricordava di lui e se poteva averlo denunciato. E così alla fine l'anziana, un'ex coordinatrice dei giudici popolari, lo ha effettivamente riconosciuto e segnalato alla polizia, che però lo già aveva individuato come autore del reato. Lo straniero è infatti figlio della collaboratrice domestica che lavora per l'80enne e suo marito, affetto da Alzheimer. Attraverso i racconti della madre, estranea a quanto accaduto, il 24enne ha appreso che la coppia aveva in casa gioielli di valore. Così la notte del 10 giugno, intorno alle 4, si è introdotto in casa attraverso il balcone al primo piano e ha svegliato la donna minacciandola di morte se non gli avesse consegnato soldi e oro. L'80enne ha indicato un cassetto da dove lo straniero ha preso gioielli per 30mila euro e 800 euro in contanti. Prima di lasciare l'abitazione il giovane ha lasciato delle 'tracce' che si sono rivelate utili agli investigatori della squadra mobile. Ad esempio, ha detto alla donna: "Se parli ti faccio fare una brutta fine. Ho già fatto 5 anni di galera per colpa di un giudice donna come te". Da questo e altri dettagli, come il fatto che il giovane sapesse della presenza in casa di gioielli, la polizia aveva già capito che si trattava di una persona a conoscenza delle abitudini della coppia di anziani. Ma un altro particolare ha alla fine permesso alla vittima di riconoscerlo in occasione della sua seconda visita, una ventina di giorni dopo l'aggressione: un vistoso tatuaggio su un avambraccio. L'albanese è stato fermato venerdì mattina all'aeroporto di Bologna; si stava imbarcando su un aereo per fare ritorno in Albania.

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