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Conto Mazzini: l'ex presidente Bcs smentisce l'ex direttore

3 mag 2016
Conto Mazzini: l'ex presidente Bcs smentisce l'ex direttore
Conto Mazzini: l'ex presidente Bcs smentisce l'ex direttore - In mattinata la deposizione di Germano De Biagi
“Dell'anagrafica Giuseppe Mazzini non ho mai saputo nulla” ha dichiarato De Biagi che poi si è auto autodefinito scherzosamente, usando un termine colorito sinonimo di “ingenuo”. L'imprenditore ha ripercorso la sua partecipazione in Banca Commerciale dal 2000 al 2010, definendola una delle vicende piu' tristi della sua vicenda personale. Soprattutto per la cosiddetta “truffa Gival” da quasi 20 milioni di euro di cui fu vittima l'istituto.
L'imprenditore, molto conosciuto anche per la sua lunga esperienza politica nelle file socialiste, ha dichiarato di aver acquistato nel 2000 il 10% delle azioni della banca, pagando 2 miliardi e 100 milioni delle vecchie lire: 600 milioni di lire in piu' rispetto al valore nominale. “Bruscoli e Roberti – ha riferito – mi dissero che il sovrapprezzo era per spese amministrative o tecniche”. De Biagi non approfondì perché era comunque convinto di aver fatto un buon affare. Sia nella sua deposizione, che in quella successiva di Marcello Malpeli, presidente della Bcs, dal 2001 al 2007, è affiorata la figura controversa di Mohamed Kankun. Per recuperare la metà dei circa 20 milioni della truffa Gival, Kankun – libico, considerato vicino alla famiglia Gheddafi e ai servizi segreti del suo paese - percepi' da Banca Commerciale un compenso di 500mila euro, o addirittura un milione.
Malpeli, nella sua lunga deposizione, ha anche contraddetto la versione sostenuta dall'ex direttore di Banca Commerciale, Canuti: ha in sostanza negato di averlo rassicurato circa anomalie nell'utilizzo dei libretti al portatore, su cui operavano persone diverse, rispetto a chi li aveva aperti.

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