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Violenza sessuale a Rimini: attivata la revoca del permesso di soggiorno per l'assalitore

31 ago 2018
Il carcere di Rimini
Il carcere di Rimini
È stata attivata dalla questura di Roma la procedura di espulsione a carico del cittadino del Bangladesh, accusato di violenza sessuale nei confronti di una turista danese a Rimini.

Da quello che risulta agli inquirenti l'indirizzo romano a cui lo straniero risulta domiciliato risulta falso. Sono al momento anche in corso accertamenti sul presunto datore di lavoro, che sarebbe un suo connazionale.

La revoca del permesso sarà notificata all'assalitore in carcere e sarà seguita dalla notifica dell'espulsione e poi successivamente al rimpatrio, al termine dell'iter giudiziario.

Sulla vicenda è intervenuta anche Mara Carfagna, deputata di Forza Italia e vice presidente della Camera: “La violenza sessuale è un reato gravissimo che crea allarme sociale e insicurezza, è arrivato il momento che la magistratura lo tratti come tale. L'ambulante bengalese che è accusato di avere usato violenza a Rimini nei confronti di una ragazza danese in vacanza aveva precedenti e condanne per violenza sessuale eppure era libero di vivere qui con i documenti in regola. La prima volta nel 1999 aveva aggredito una ragazzina minorenne a Terracina, nel 2004 aveva ripetuto la violenza su una donna di Terni, e la condanna era finita con l'indulto, una terza volta la condanna a un anno e sei mesi è stata sospesa. Noi chiediamo: perché? Non vogliamo questo tipo di immigrati nel nostro Paese, e la legge ci dà ragione: la condanna per reati di violenza sessuale è ostativa al rinnovo del titolo di soggiorno. Deve essere applicata con rigore, ma non è questo il primo caso in cui non avviene e, anzi, i provvedimenti di revoca vengono annullati dal Tar. È inutile fare campagne di informazione e sensibilizzazione per spingere le donne a denunciare e a affrontare i processi se poi i colpevoli non pagano e vengono lasciati liberi di aggredire e stuprare altre donne”.

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