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Il docente di relazioni internazionali Michele Chiaruzzi pubblica per Treccani due saggi di stretta attualità

24 nov 2015
Michele Chiaruzzi
Michele Chiaruzzi
Parigi può essere la tomba dell'Isis
"In politica la razionalità non equivale all’intelligenza. In altre parole, la capacità di considerare i fatti politici razionalmente non corrisponde alla capacità di comprenderli politicamente. Ragion comune e ragion politica non sono sempre equivalenti bensì spesso distanti. È con ragion politica che occorre considerare il quadro politico internazionale legato agli attentati parigini anche se, per molti versi, le sue convulsioni sfidano la razionalità comunemente intesa. È tuttavia ormai comprensibile che la violenza civile in uno Stato si internazionalizza nel momento in cui Stati esterni scelgono di esserne coinvolti e, di conseguenza a questo, diventano coinvolti l’un con l’altro in quel contesto di violenza. Questo è ciò che accade da anni in Siria, laddove gli Stati hanno fiancheggiato fazioni locali per abbattere il regime politico attuale. Gli attentati di Parigi e le loro connessioni con la guerra siriana rendono evidenti alcune implicazioni di questa situazione...."
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Siria, gli errori dell'Occidente

"Elias Canetti scrisse che schivare il concreto è uno dei fenomeni più inquietanti dello spirito umano. Lo è anche riguardo alla guerra siriana. Questa guerra è al tempo stesso civile e internazionale. La guerra interna si regge sul sostegno di potenze esterne ai ribelli: Arabia Saudita, Emirati, Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Turchia, Qatar. Si tratta di un disarticolato allineamento di Stati impegnati a combattere il governo siriano che ha trascurato per quattro anni la concretezza degli interessi russi in Siria, affermati, ribaditi bensì ignorati. Questi interessi, considerati a rischio, sono oggi difesi con le armi.
Ciò sorprende solo chi non fa quello che dice e non dice quello che fa. La Russia fa quello che ha detto: difende un alleato cruciale e la propria sfera d’influenza nella regione mediorientale e mediterranea. In questo senso, essendo la difesa l’origine della guerra – perché il respingere l’attacco e il combattere sono una cosa unica – la Russia provoca il rischio evocato dal presidente Hollande: la guerra generale, quella che coinvolge direttamente le grandi potenze. Questo rischio è la cifra della gravità attuale, racchiusa anche nelle parole del segretario Carter: “non siamo preparati a cooperare con la Russia se continua a seguire una strategia errata”. Nel frattempo, la strategia ‘corretta’ non ha evitato la morte di centinaia di migliaia di persone né la fuga di milioni e ha contrastato l’azione del Daesh con “un decimo delle azioni rispetto a campagne aeree del passato, tipo il Kosovo” – come ha chiarito il Generale Tricarico...." prosegui la lettura su: http://www.treccani.it/magazine/geopolitica/Siria_gli_errori_occidente.html

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