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Franchigia frontalieri: resta la fascia degli 8 mila euro

14 dic 2006
Frontalieri
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Non passa l’aumento della franchigia fiscale a 10mila euro. Il maxiemendamento alla finanziaria italiana, depositato dal Governo, fa svanire le speranze dei lavoratori frontalieri. Resta dunque fissata a 8mila euro, la fascia di esenzione e gli emendamenti del Senatore Sergio Zavoli, che puntavano ad innalzare il bonus fiscale a 12mila euro, sono caduti senza neppure arrivare alla discussione in aula. “Beffati e mazziati”, è il commento del segretario industria della CDLS, Giorgio Felici. "A questo punto - dice - credo proprio che anche i seimila frontalieri occupati a San Marino si uniscano idealmente ai tanti italiani che in questi giorni sono scesi in piazza per protestare contro la Finanziaria e che hanno sonoramente fischiato il premier Prodi”. "Oggi - rimarca il segretario confederale della Csdl Gilberto Piermattei - abbiamo la conferma che le promesse della politica nei confronti dei lavoratori italiani occupati a San Marino erano - appunto - solo promesse elettorali e i circa 6mila lavoratori frontalieri sottoposti alla doppia imposizione fiscale continuano a ritrovarsi alla fine di un anno con due mensilità in meno". Non si ferma però l’impegno del sindacato. “Ora la palla passa al tavolo dei rapporti bilaterali tra Italia e San Marino, tavolo annunciato per il prossimo mese di gennaio” - afferma Giorgio Felici, aggiungendo che “incalzeremo il governo sammarinese affinché faccia valere i contenuti della convenzione internazionale siglata tra i due Stati nel 2002". "In accordo con le Organizzazioni Sindacali italiane nazionali e locali – aggiungere Piermattei- cercheremo di realizzare un percorso che conduca alla costruzione di una legge ordinaria, per definire quale sarà l’importo fiscale che i frontalieri occupati in San Marino dovranno corrispondere allo Stato italiano. Anche i partiti politici - aggiunge - hanno il dovere di impegnarsi dal momento che esiste un documento comune tra forze politiche sammarinesi e riminesi, le quali non più tardi del 18 maggio 2006 si impegnavano a risolvere tutte le problematiche riguardanti i lavoratori italiani occupati in San Marino".

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