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FMI: la parola a Osla e Usc sulle conclusioni della verifica annuale

31 gen 2015
FMI: la parola a Osla e Usc sulle conclusioni della verifica annualeFMI: la parola a Osla e Usc sulle conclusioni della verifica annuale
FMI: la parola a Osla e Usc sulle conclusioni della verifica annuale - “Perché da parte della politica dare tutto questo peso alle valutazioni espresse dagli esperti FMI,...
“Perché da parte della politica dare tutto questo peso alle valutazioni espresse dagli esperti FMI, quando saremmo in grado autonomamente di compierle?” Se lo chiede il Presidente Osla, Mirko Dolcini il quale considera il report sicuramente condivisibile in alcune sue parti, ma – ribadisce – nel bene e nel male si tratta di osservazioni che lo Stato sarebbe in grado di fare per proprio conto. Siamo un Paese piccolo – dice – e in virtù di questo, per capire le logiche di sviluppo e gli interventi economici da mettere in campo, non servono consulenze esterne. Abbiamo risorse e capacità per giungere da soli a queste conclusioni”. Per Dolcini, le soluzioni proposte dalla delegazione FMI non sono lungimiranti, ad esempio – sottolinea – quando si riferiscono alla necessità di aumento, seppur moderato, delle imposte. Noi dobbiamo dare nuovamente fiducia alle imprese e ai cittadini, senza ulteriore inasprimento fiscale. Sul fronte imprenditoriale, inoltre, secondo Dolcini è sbagliato elencare suggerimenti al settore, considerando l'impresa all'interno di una macro-categoria, senza quindi tenere conto delle varie specificità. I consigli – afferma – dovrebbero essere più approfonditi: invece sembrano quasi più spot pubblicitari che soluzioni tecniche”. Maggiore condivisione, infine, sulle valutazioni inerenti le criticità del sistema bancario e finanziario. “Sono le banche stesse – conclude Dolcini – che devono risolvere i loro problemi e non lo Stato. Dovrebbero puntare sulle imprese per dare solidità all'economia. Le banche devono fare impresa in maniera indipendente”.
Su Carisp, sulla quale si sono concentrate molte delle osservazioni della delegazione, il Presidente Usc, Carlo Lonfernini è invece ottimista: rimane – dice – l'istituto di credito più affidabile. Ma resta per tutte le banche il problema dei crediti dubbi: passata la crisi – è l'auspicio – speriamo che ci possa essere un'inversione di tendenza”. Positivo per i commercianti il riconoscimento degli sforzi compiuti dal Paese nella sfera dei rapporti internazionali, ma rimangono molte riserve sulla tenuta del bilancio. Lonfernini si chiede se in tal senso i suggerimenti degli esperti di Washington siano stati realmente recepiti dal Governo. Il segnale più forte che arriva dal report è, per l'associazione, il dovere di tenere sotto controllo la spesa corrente, cosa che Usc ha ripetutamente sottolineato.

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