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Investimenti all'estero tra passaporti e cittadinanza. L'esempio di Malta e la situazione a San Marino

20 ago 2016
Marco ArzilliInvestimenti all'estero tra passaporti e cittadinanza. L'esempio di Malta e la situazione a San Marino
Investimenti all'estero tra passaporti e cittadinanza. L'esempio di Malta e la situazione a San Marino - L'anno scorso <strong>La Valletta</strong> ha “offerto” la cittadinanza a oltre 900 persone
Ci sono diverse strategie per incentivare gli investimenti all'estero. Sul fronte delle imprese per esempio si può impiantare un nuovo stabilimento in un paese straniero oppure acquisire fuori dai confini un'azienda. Metodi che Malta ha scavalcato per preferirne uno molto più efficace: mettere in vendita i passaporti e quindi la cittadinanza europea.

Secondo il Segretario di Stato all'Industria, Marco Arzilli "La modalità di concessione di passaporti è un programma che si chiama Visa Program applicato da diversi paesi. San Marino ha fatto uno studio per capire se questa poteva essere una strada. Ma per il Fondo Monetario non è una strada condivisa. Il Titano ha già una legge per concedere la residenza agli investitori e poterli attrarre".

E diventare maltese costa caro: un milione di euro. Un vero e proprio successo, perché l'anno scorso La Valletta ha “offerto” la cittadinanza a oltre 900 persone. Lo sanno bene i russi, che pur di sfuggire alle sanzioni di Bruxelles - introdotte inizialmente per un anno nel 2014, in risposta alle azioni russe che hanno destabilizzato la situazione in Ucraina sul settore finanziario, dell'energia, della difesa e dei beni a duplice uso - farebbero “carte false”.

Per quanto San Marino possa essere classificato come un piccolo stato al pari di quello maltese – l'Europa con alcuni microstati, come il Vaticano, Andorra e Principato di Monaco ha delle “relazioni speciali”- questo non sarebbe possibile, perché il titano non fa parte dell'Unione Europea. Almeno per ora.

Serena Santoli

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