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L'ex Savorelli al Corriere della Sera: "Io cacciato perchè volevo fare pulizia"

14 mar 2018
Lorenzo Savorelli
Lorenzo Savorelli
L'ex direttore di Banca Centrale Lorenzo Savorelli, torna a parlare, dopo il licenziamento della scorsa estate da parte del Consiglio Direttivo di BCSM. Lo fa in un'intervista fiume sul Corriere Della Sera, dal titolo “San Marino, grande buco bancario. Io cacciato perchè volevo fare pulizia”.
Savorelli ripercorre, con il giornalista Federico Fubini, la vicenda che nell'agosto del 2017 lo ha visto “defenestrato dal governo dopo aver presentato una relazione sulla Cassa di Risparmio di San Marino e le azioni da intraprendere”, per gestire un buco delle banche, a suo avviso “di dimensioni comparabili al Pil del Paese”. “I bilanci di questa banca – ricorda Savorelli - la principale di San Marino, non erano veritieri”.
Quindi la presa visione dei risultati sugli attivi del sistema bancario, sulle difficoltà di sistema riscontrate e la necessità di ricapitalizzare il Paese attraverso l'intervento di istituzioni internazionali e mercati, data l'insufficienza di denaro pubblico: “Di fronte alle scelte necessarie, molto dure – prosegue l'ex direttore - quattro ministri hanno preso l’iniziativa di farmi uscire. Rappresentanti del governo sono entrati nel consiglio della banca centrale per farmi mandare via, in barba all’autonomia dell’Istituto».
L’azione della Banca Centrale, per l'ex Direttore, sarebbe quindi stata bloccata da un governo che “non ha avuto il coraggio e la forza di far entrare persone nuove e cambiare le regole”. Una sorta di “connivenza con il passato” in cui gli impieghi di denaro erano “investiti in gran parte in attivi di dubbia qualità, prestati a un numero limitato di soggetti” - spiega Savorelli a Fubini. Una forte concentrazione di debiti si sarebbe quindi sovrapposta alle sofferenze bancarie, in un paese di 33mila abitanti attraversato dalle parentele e in cui verrebbero “permessi comportamenti che altrove sarebbero inaccettabili.”
Non si sbilancia sul futuro del Titano: “Liquidità e raccolta bancaria sono in calo, un tendenza che potrebbe peggiorare. In un sistema normale con una sottocapitalizzazione così importante e la cattiva qualità degli attivi, accadrebbe”, afferma Savorelli. “Ci sono voluti 7 mesi per fare approvare l'idea di un esame degli attivi. Su quello è caduto il governo: anche solo decidere di guardare cosa c'era dentro le banche è stato drammatico. Immagini gestire i risultati”, ha quindi concluso l'ex direttore di BCSM, ricordando che non è negli interessi di Europa e Italia l'implosione di San Marino, ma che senza trasparenza, cambio di regole e di figure gestionali sarebbe inutile qualsiasi salvataggio da parte di partners internazionali.

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