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I giudizi del governo sul 2003

31 dic 2003
I giudizi del governo sul 2003
Per il Segretario agli Affari Esteri, Fabio Berardi, il 2003 è stato un anno difficile per la politica, segnata da una forte litigiosità interna ai partiti, con personalismi che hanno deteriorato la vita politica. Questo però non ha impedito all’esecutivo di lavorare, di chiudere contratti di lavoro, emanare leggi importanti che hanno sciolto nodi anche annosi. Ritengo positiva – dichiara - l’esperienza fatta. Se posso esprimere un rammarico – aggiunge Berardi – è che in questo nuovo governo straordinario, nato al termine di una lunga crisi e con un accordo preciso fra le forze di maggioranza, non ci sia Alleanza Popolare con la quale posso dire di aver condiviso una esperienza di governo breve ma positiva.
Decisamente turbolento lo definisce il Segretario all’industria, Claudio Felici. Se quello che abbiamo costituito – afferma - è il modo per ricominciare in maniera straordinaria a dare un futuro concreto al paese al sistema economico ed anche una nuova concezione dei rapporti politici credo che questo 2003 alla fine abbia prodotto qualcosa di buono. Il Segretario agli Affari Interni, Loris Francini rileva l’impegno profuso in questo anno che si chiude. Il governo uscente – dichiara - ha raggiunto risultati importanti, sia nel campo delle riforme istituzionali, creando un organismo importante come il collegio garante e la legge sull’ordinamento giudiziario, estremamente significativa per elevare il livello delle garanzie nel nostro paese. Per la pubblica amministrazione – aggiunge – si è chiuso un contratto fermo da due anni pur contenendo l’impegno di spesa. Sono passaggi che ritroviamo sul bilancio di fine anno che ha dato un risultato economico positivo dovuto anche alla gestione della PA, tesa al risparmio e al contenimento degli sprechi. Lapidario nel suo giudizio è il Segretario alla Sanità Massimo Rossini: Il 2003 – dichiara - non è stato un anno particolarmente brillante, anzi direi che non ci sono state perle. Mi sembra che sia stato piuttosto un anno perso per la Repubblica di San Marino. Politicamente invece lo definirei un anno singolare.

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