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IL MESSAGGIO DI AUGURI DELLA REGGENZA

31 dic 2007
Palazzo Pubblico
Palazzo Pubblico
Carissime sammarinesi e carissimi sammarinesi,
cogliendo l’occasione di rivolgervi un cordiale pensiero augurale per il Nuovo Anno, la Reggenza desidera intrattenersi brevemente insieme a voi rinnovando la consuetudine di questo gradito appuntamento.
Intendiamo così proseguire idealmente nel solco tracciato dai nostri predecessori, confermando questo momento, come occasione di riflessione per tutta la nostra Comunità.
E’ una riflessione che porta a guardare l’anno che sta esaurendosi e corre a prevedere l’anno in arrivo avendo a cuore le problematiche che interessano uno Stato.
Oggi nessuna realtà statuale può agire senza tener conto di un contesto molto più articolato: quello di una interdipendenza fra tutti gli Stati governata da dinamiche che hanno rivelato implicazioni complesse, spesso divergenti per cultura e per interessi e, per molti aspetti, imprevedibili.
Siamo anche consapevoli che, se da una parte esistono volontà che pur hanno dimostrato una loro efficacia sul piano della distensione, dall’altra persiste la lentezza di effettivi cambiamenti di rotta in un contesto internazionale pervaso da guerre e povertà che flagellano ancora troppi Paesi. Gli accadimenti di questi ultimi giorni in Pakistan sono notizie tristi e preoccupanti e per le quali esprimiamo un profondo senso di apprensione e, nel contempo, di vicinanza per un popolo e per la regione mediorientale così martoriate.
C’è assoluto bisogno di promuovere pace e stabilità, uniche condizioni per garantire il progresso civile dei popoli ma, parimenti, c’è bisogno di individuare e di applicare efficaci strumenti di garanzia e di equilibrio per poter scandire nuove conquiste di civiltà a beneficio dell’uomo.
San Marino, pur nella consapevolezza delle dimensioni e tenuto conto delle proprie peculiarità, può e deve continuare a fare la sua parte per sostenere la causa dei diritti umani, del rispetto dell’autonomia e della sovranità degli Stati e della loro autodeterminazione.
Passa di qui la strategia vincente per un futuro di pace e per lo sviluppo e la crescita di ogni Paese libero e democratico, ma per ottenere risultati concreti si deve fare di più e meglio, prendendo esempio anche da chi, in modo spontaneo e disinteressato, già si prodiga in questa direzione: siamo, così, profondamente riconoscenti dell’impegno e degli sforzi profusi, oltre che dalle nostre Istituzioni, dagli Enti di Volontariato e da tutti quei cittadini sammarinesi che si sono adoperati e si stanno adoperando in aiuto di quelle popolazioni vittime di sopraffazione e di miseria.
Passa di qui la strategia vincente per un futuro di pace e per lo sviluppo e la crescita di ogni Paese libero e democratico, ma per ottenere risultati concreti si deve fare di più e meglio
Auspichiamo vivamente che lo spiraglio di pace uscito, dopo il summit in Annapolis, negli Stati Uniti, possa davvero illuminare concretamente le menti e i cuori di chi ha la responsabilità di risolvere il conflitto in Terra Santa, vero nodo politico delle gravi ostilità che dilaniano dolorosamente l’area Mediorientale, causando tensioni internazionali che si ripercuotono sulla sicurezza di ognuno di noi.
Ma non solo: l’auspicio di pace è anche per quelle guerre, magari meno conosciute o dimenticate, ma che al pari di altre, più note, causano morte e povertà.
Voi sapete che San Marino è presente in tutti i maggiori Organismi Internazionali, a partire dalle Nazioni Unite e dal Consiglio d’Europa, e ha sempre interpretato questa partecipazione in modo attivo, non mancando di far sentire la propria voce.In proposito possiamo affermare ed evidenziare – e lo facciamo con orgoglio – gli unanimi consensi che il nostro Paese ha ricevuto durante il semestre di Presidenza del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa. Ricordiamo che tale Organismo Internazionale non solo è il più antico e partecipato del vecchio continente, ma è quello che tutela al massimo livello, anche giurisdizionale, i diritti umani.
Siamo particolarmente soddisfatti della collocazione internazionale del nostro Paese e della stima diffusa che, nella comunità degli Stati, ci viene tributata.
Nuove e ulteriori attenzioni, ad ogni modo, vanno poste in essere verso realtà ultra nazionali, quale l’Unione Europea per una maggiore e più stretta integrazione.
Energie sempre maggiori, senza lesinare sforzi ed impegno, vanno dedicate al vitale rapporto con la Repubblica Italiana per ragioni, per altri versi, altrettanto importanti, di collocazione geografica, di carattere storico, di contesto economico.
Dobbiamo difendere il nostro sistema produttivo fatto di realtà forti, sane e laboriose e dobbiamo apprezzare, del pari, l’azione di repressione per chi non fosse in linea con gli irrinunciabili principi di serietà e di legalità che devono essere unico presupposto di una economia retta e in buona salute.
E’ apprezzabile, dunque, ed è ampiamente condiviso l’orgoglio delle Organizzazioni Imprenditoriali che rivendicano la grande qualità del loro “fare impresa” e chiedono il massimo sforzo delle istituzioni in appoggio alla loro attività.
Sono questi i principi che ci impone la nostra etica personale ed anche la consapevolezza che sono i comportamenti virtuosi che decretano il successo di una economia salda e trasparente e quindi degna delle nostre tradizioni.
E’ un auspicio non di maniera, ma veramente sentito, che l’anno 2008 veda una rinnovata pagina di amicizia e di buon vicinato con l’Italia e che vengano sottoscritti quegli accordi bilaterali utili ad un futuro di certezze per il nostro Paese e nel reciproco interesse.
Tornando ai successi del semestre di Presidenza Europea Sammarinese, ed alla positiva ricaduta che ne è derivata sul nostro Paese, sottolineiamo che in materia di diritti umani siamo stati anche promotori e organizzatori a San Marino di un Convegno di altissimo livello sulla attività e sugli sviluppi futuri della Corte Europea dei diritti dell’Uomo.
Ci sono però ancora traguardi importanti da raggiungere: con una certa amarezza rimarchiamo che importanti riforme in campo giudiziario, tese a rendere il rapporto del cittadino con lo Stato più garantito, devono ancora essere varate. Il nostro auspicio è quello di arrivare presto e ebene a un risultato di alto valore civile.
Nel rispetto delle convinzioni di ciascuno, le norme che regolano il processo penale, e cioè che disciplinano l’accertamento dei reati e l’individuazione dei loro autori, non paiono più rispondenti ai tempi.
Si è di certo perduta una grandissima occasione allorquando il Consiglio Grande e Generale ha bocciato la legge sul cosiddetto “giusto processo”.
In più, la mancata approvazione di questa normativa ha determinato una difficile crisi di Governo, purtroppo l’ennesima di questo inizio millennio, che ha imposto una pausa forzata alle iniziative dell’esecutivo.
Sappiamo, e sapete, che governi stabili sono virtù delle democrazie moderne.
Esecutivi che possano tarare il loro lavoro nell’arco di cinque anni e cioè di una intera legislatura sono quelli che più compiutamente potranno dare conto del loro operato.
Una crisi di governo è in sé un passo falso, una battuta d’arresto che complica tutto inesorabilmente nelle dinamiche e nella vita di un Paese.
E’ appena nato un nuovo esecutivo e noi cittadini non possiamo che augurarci che possa attuare il proprio programma per poi, serenamente, rimettersi al giudizio degli elettori alla fine della legislatura.
Perché, care cittadine e cari cittadini, quando prossimamente saremo chiamati alle urne, per la prima volta nella nostra storia saremo noi che potremo giudicare l’esecutivo uscente e decidere a quale coalizione dare la nostra fiducia approvandone o meno il programma proposto per governare.
Non più una fiducia in bianco quindi, ma una fiducia che possa commisurarsi alle cose che vengono programmate: ciò renderà possibile, passo dopo passo, valutare se il governo mantiene le promesse e attua il programma per cui ci ha chiesto il proprio consenso.
Ci piace poter affermare che l’auspicio formulato dai nostri predecessori nel loro messaggio di fine anno per una nuova legge elettorale si sia avverato e che, così, ora possiamo godere di un testo normativo che viene riconosciuto come una grande conquista.
Se, in qualche momento, è sembrato appannarsi il senso dello Stato e l’idea che gli interessi particolari vengano collocati dopo l’interesse generale, può ben dirsi che in tale occasione chi si è reso protagonista di questa conquista ha mostrato un particolare impegno di lealtà verso la Repubblica e una indiscutibile coesione in rapporto ad interessi superiori.
Desideriamo compiacercene, perché è un segno di maturità e di responsabilità che fanno onore alla delega di cui ognuno di noi è stato investito.
Il livello di considerazione che la classe politica nel suo complesso gode, o non gode tra i cittadini, è direttamente proporzionale a ciò che di buono e di meno buono viene posto in essere.
Momenti di appannamento dello Stato non sono stati, purtroppo, rari anche nel 2007, in particolar modo allorquando ci si è misurati con attività di ordine istituzionale dove quel senso dello Stato, cui prima si accennava deve essere collocato al di sopra di ogni altro interesse.
Siamo del parere che i cittadini debbano seguire quanto le Istituzioni fanno od omettono di fare, perché l’esercizio di un attento controllo e il formarsi di una forte opinione pubblica sono il migliore degli stimoli per seguire direttive virtuose.
La massiccia partecipazione della cittadinanza, mediante la proposizione, in questo semestre reggenziale, di ben 66 istanze d’Arengo è sintomo di un attivo contatto con le istituzioni e di volontà di coinvolgere il Consiglio Grande e Generale in dibattiti e decisioni su temi di molteplice natura, attuali e sentiti.
Ci permettiamo di suggerire un metodo che la politica e chi la pratica dovrebbe adottare e cioè operare in una visione di insieme, con un’azione che coinvolga, senza distinzione, la totalità dei cittadini, tenendo conto di tutte le componenti della società: le donne, i giovani, gli anziani e chiunque possa avere voce per rappresentare la propria partecipazione.
Così facendo, si attiva un coinvolgimento di tutte le fasce e le categorie della società senza che mandatari o paladini debbano scendere in campo per difendere e rivendicare principi ed interessi.
Così facendo, viene dato spazio e rilievo ad ogni componente della collettività e si dà ascolto a chiunque abbia necessità di rivendicare anche esigenze proprie, esaltando così il valore universale della dignità di cui ognuno di noi è portatore.
Carissime sammarinesi e carissimi sammarinesi, constatiamo positivamente che nel 2007 hanno preso il via le politiche per l’ambiente e per il risparmio energetico.
Desideriamo che nell’anno che sta per iniziare si concretizzino i tanti progetti che sono stati allestiti. Le nostre ridotte dimensioni in questo caso potrebbero costituire una condizione ideale di sperimentazione e di rapida realizzazione.
Nel nostro messaggio di insediamento avevamo sottolineato l’importanza di questa materia e delle implicazioni a livello mondiale che essa comporta.
Avevamo coniato lo slogan che San Marino potesse costituire “il grande esempio di un piccolo Paese” e che fosse l’uomo, causa del degrado ambientale, ad assumere un ruolo di protagonista invertendo radicalmente questa sorta di rotta di collisione.
Il nostro piccolo Paese ha notevoli potenzialità e può fare grandi cose. Un plauso va, fra gli altri, alle iniziative dell’Unesco e di Agenda 21 che hanno organizzato di recente a San Marino importanti giornate di studio e di didattica scolastica per sensibilizzare i più giovani sui temi ambientali.
Raccomandiamo di farsi interpreti di questa nuova sfida, anche e sopratutto a livello dei consessi internazionali di cui siamo parte, senza concederci più pause di riflessione, ma con richieste di azioni concrete e immediate.
L’anno trascorso ha segnato una attenzione rilevante per la tematica delle Pari Opportunità: uguali condizioni per tutti si ottengono prioritariamente sul piano del rispetto e della comprensione, prima ancora che sul piano economico e politico.
E’ con questo spirito che il Mahatma Gandhi, impartendo una impareggiabile lezione di tolleranza e di anelito di uguaglianza tra tutti gli esseri umani, diceva: “Dato che non penseremo mai nello stesso modo e vedremo la verità per frammenti e da diversi angoli di visuale, la regola della nostra condotta è la tolleranza reciproca. La coscienza non è la stessa per tutti. Quindi, mentre essa rappresenta una buona guida per la condotta individuale, l’imposizione di questa condotta a tutti sarebbe un’ insopportabile interferenza nella libertà di coscienza di ognuno”.
Il principale obiettivo della Comunità Europea per l’anno 2007, dichiarato Anno Europeo delle Pari Opportunità, era far sapere a tutti i cittadini europei che essi sono incondizionatamente tutelati di fronte alla legge, se discriminati per genere, disabilità, religione, orientamento sessuale, razza ed età.
Altro tema che sta cuore alla Reggenza e del quale ci eravamo occupati nel nostro messaggio di insediamento è quello del Sapere.
E’ dalla educazione, dalla conoscenza, dalla cultura, che dobbiamo aspettarci un “cambio di passo” nella tutela, nella gestione e nella progettazione del nostro futuro.
E’ ciò che, in contrapposizione a uno stato di benessere materiale, amiamo definire “benessere culturale”.
E’ qui che dobbiamo investire e concentrare la nostra attenzione, poiché sarebbe paradossale e irragionevole che di fronte ad una esigenza generale, del tutto legittima, di tutti i Paesi, di accrescere il capitale umano, di stimolare capacità di ricerca, di innovazione, di qualificazione civile e culturale dei processi di crescita e di sviluppo, non facesse riscontro una valutazione istituzionale determinata e convinta per dare al mondo della cultura mezzi e risposte appropriate per il suo esercizio.
Oltre alla Scuola e alla Università, in ciò è di fondamentale aiuto, come già abbiamo fatto cenno all’inizio di questo nostro messaggio, il mondo dell’associazionismo e del volontariato.
Abbiamo sostenuto una iniziativa legislativa, da inserirsi almeno in prima lettura nei lavori del Consiglio Grande e Generale, durante questo semestre, per poter disporre di un moderno testo normativo di esaustiva regolamentazione del settore del volontariato.
Chiediamo il sostegno delle componenti della società civile, cuore pulsante di questo particolare settore.
Ci sentiamo di affermare che, il prossimo, sarà un anno decisivo per le politiche sociali e previdenziali; crediamo sia giunto il momento di saper comprendere le nuove necessità e i nuovi bisogni per dar corpo, anche nel nostro Paese, a sensibilità ormai mature.
A questo proposito, un’importante iniziativa si è concretizzata per il mondo dei giovani. Una legge quadro di recente approvazione potrà divenire, se bene applicata e attuata, lo strumento di base per affrontare con metodo una serie di politiche che sono di interesse e di coinvolgimento per i nostri giovani.
E’ ora di accantonare gli slogans di maniera e affidarsi alle realizzazioni concrete.
Le pensioni, conquista innegabile e irrinunciabile dello stato sociale, legano in maniera indissolubile le nuove generazioni a quelle più mature.
L’anno nuovo dovrà essere decisivo per l’impostazione di una previdenza assicurata a tutti, e in modo bilanciato, per gli anni a venire.
Ci piacerebbe ancora vedere approvato al più presto il progetto di legge che pone norme sul fenomeno del disagio e della salute mentale.
Torniamo, alla fine di questo nostro intervento a un argomento che abbiamo già toccato e che rappresenta una grande scommessa: l’obiettivo di uno stato “giusto ed equo” passa, anche e soprattutto, per una generale applicazione delle Pari Opportunità.
Le celebrazioni a livello internazionale, unite alle innumerevoli iniziative interne, hanno fatto crescere nel nostro Paese una consapevolezza che riteniamo la via migliore per una presa di coscienza collettiva.
Vengono avanti, sempre più, molteplici interventi che tendono a ridurre, se non a eliminare, i divari basati su odiose discriminazioni.
Abbiamo potuto rappresentare il nostro Paese, con orgoglio, nella recente sessione straordinaria delle Nazioni Unite a New York e testimoniare dei grandi progressi sociali della nostra comunità.
Desideriamo riproporre un brano del nostro intervento che riteniamo particolarmente significativo sul tema dell’infanzia e delle nuove generazioni: “I livelli di benessere raggiunti da questa società, fra cui rientra sicuramente quella sammarinese, così come i diritti affermati e l’assistenza erogata, non devono farci trascurare i pericoli che può provocare l’indifferenza nei confronti dei bambini e dei giovani, spesso determinata dal maggior interesse degli adulti per aspetti superficiali dell’esistenza. I giovani lasciati soli, privi d’ attenzione, di chiare indicazioni educative, di valori ideali e spirituali, sono infatti la facile preda di un’ampia serie di fenomeni spesso distruttivi, che sempre più costituiscono, quindi, un ulteriore ostacolo contro cui dobbiamo cercare di lottare, unendo i nostri sforzi”.
Carissime sammarinesi e carissimi sammarinesi, al termine di questo messaggio la Reggenza desidera ringraziarVi per il cortese ascolto e porgere a tutti Voi, che risiedete in territorio o in altri Paesi vicini o lontani, l’augurio più affettuoso di serenità, prosperità e benessere per il Nuovo Anno.

BUON ANNO!

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