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Consiglio, Felici (Psd): “Smettiamola con l’elenco delle cose da fare. Facciamole”

14 dic 2011
San Marino - Consiglio, Felici (Psd): “Smettiamola con l’elenco delle cose da fare. Facciamole”
San Marino - Consiglio, Felici (Psd): “Smettiamola con l’elenco delle cose da fare. Facciamole”
Apre il confronto sul bilancio il segretario alle Finanze che dice: siamo nelle condizioni di poter evitare il peggio e prevenire una situazione che altrimenti diventerebbe più grave. Non è vero, premette, che la tendenza è solo quella di fare cassa. Abbiamo la pressione fiscale più leggera d’Europa. Gli incrementi previsti, compresa l’addizionale Igr, in euro si traducono in un peso più che sostenibile. Queste le cifre: un lavoratore dipendente contribuisce per il 5% sul lordo delle entrate, le imprese per il 13%, il lavoratore autonomo per il 15%. Con l’addizionale Igr il lavoratore dipendente contribuirà dello 0,75% in più. Le altre categorie del 2%. Nel 2011, per la prima volta, il deficit non sarà coperto dagli avanzi di gestione. “Per evitare l’indebitamento, afferma Valentini, abbiamo due strade: consolidare le entrate e contenere la spesa. Sento ripetere, aggiunge, che non è con le tasse che si dà prospettiva. Ma con realismo non possiamo immaginare che improvvisamente il trend delle entrate delle attività economiche cambierà così tanto da non fare alcune scelte come l’aumento della pressione fiscale”. Il capogruppo del Psd riconosce a Valentini di aver spiegato senza demagogia, “perché San Marino deve ridefinire la ricchezza di cui crede di godere. Non abbiamo saputo capitalizzare le risorse che avevamo”, dice Claudio Felici. E la questione nodale è che una parte del Paese dovrà sostenersi e crescere con le risorse accumulate in questi anni di vantaggio. “Smettiamola, aggiunge, con l’elenco delle cose da fare. Facciamole”. Nell’articolo 24, vale a dire il piano strategico di sviluppo, il capogruppo del Psd riconosce un fatto che non va trascurato. “Non possiamo più pensare di vivere meglio degli altri, commenta, con i soldi degli altri. Troppo poco spesso, in questo Paese, si parla della formazione come elemento di sviluppo strategico”.

Sonia Tura

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