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Quarto giorno di confronto, in Consiglio, sul bilancio dello Stato

20 dic 2011
San Marino - Quarto giorno di confronto, in Consiglio, sul bilancio dello Stato
San Marino - Quarto giorno di confronto, in Consiglio, sul bilancio dello Stato
L’opposizione chiede più coraggio al governo, la maggioranza chiede all’Aula forza e coraggio per ridare sviluppo al Paese. Nel bilancio 2010 il previsionale registrava 43 milioni di deficit, diventati 70 in fase di assestamento. Ora, puntualizza Valentini, sono 36 di cui 20 di accantonamenti. 13 sono serviti per riequilibrare i fondi pensioni. Inoltre, nel rendiconto 2010, c’erano oltre 35 milioni di economia. Il costo del personale è rimasto invariato. Nella sua replica il Segretario alle finanze parte dalle decisioni prese. Vogliamo che questo Paese stia dignitosamente nel contesto internazionale. San Marino, dice Pasquale Valentini, deve dimostrare di saper vivere almeno come gli altri, con le risorse che in modo chiaro e difendibile deve saper mettere in campo. La crescita è diminuita del 30% a causa dei rapporti con l’Italia ma anche, dice, per le criticità interne al sistema. Anche le manifestazioni in cui si confondono gli onesti con i malfattori, commenta, non aiutano a far capire agli osservatori esterni che la Repubblica ha imboccato la strada della trasparenza con convinzione. Dal Paese, commenta Claudio Felici del Psd, arriva alla politica il messaggio più semplice e
chiaro: fate qualcosa. Le nuove imposte, aggiunge Giuseppe Morganti, devono avere tutte uno scopo. Il gettito deve finanziare lo sviluppo, altrimenti creiamo depressione. Per Giovanni Lonfernini dell’Upr si deve creare una fase all’insegna della responsabilità nazionale. Non bastano verifiche in progress, dice, serve un nuovo rapporto per affrontare le emergenze. Il piano strategico, aggiunge Pier Marino Mularoni, non ha vere priorità e se vogliamo metterlo in campo non bastano 500 milioni. E’ una crisi di sistema, sottolinea il segretario del psrs, la peggiore degli ultimi 50 anni. Per la prima volta – sottolinea Simone Celli - si devono dare risposte a una vera crisi di identità del nostro modello economico e finanziario. Per Alessandro Rossi di Sinistra Unita, dal dibattito emergono due aspetti principali: la maggioranza è in grandissima difficoltà e l’opposizione pure. Per cui, dice,è la politica ad essere in crisi perché ha perso il suo ruolo primario. Ha vinto il potere per il potere, che supera qualsiasi livello etico. E certe figure politiche, conclude, non possono più definire le scelte del Paese. Vanno escluse anche con l’aiuto dei partiti.

Sonia Tura

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