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No al referendum sulle pensioni

6 lug 2012
Il quesito referendario per l’abrogazione della riforma previdenziale è inammissibileIl quesito referendario per l'abrogazione della riforma previdenziale è inammissibile
Il quesito referendario per l'abrogazione della riforma previdenziale è inammissibile - -
La riforma previdenziale approvata in ottobre dal Consiglio grande e generale resiste al tentativo di abrogazione messo in atto dal comitato promotore. Per il Collegio Garante il quesito proposto è inammissibile. Nella sentenza del 2 luglio l’organismo, presieduto dal professor Angelo Piazza, motiva il diniego sulla base di tre ragioni. La prima: i referendum abrogativi non possono intervenire su leggi in materia di tasse, imposte e tributi e la riforma previdenziale, all’art 24, prevede invece una ritenuta fiscale di solidarietà per le pensioni ordinarie superiori ai 1.500 euro.
La seconda ragione è da ricercarsi nell’articolo 19 della riforma che prevede stanziamenti del bilancio dello stato a sostegno del sistema complementare e la legge di bilancio, che ne risentirebbe, non può essere soggetta a referendum abrogativo. La terza motivazione per cui il Collegio ha respinto la richiesta del comitato promotore è riconducibile alla presenza nella riforma di diversi aspetti e strumenti e quindi l’obiettivo della “esatta, chiara ed inequivocabile” formulazione del quesito non viene rispettato così da pregiudicare il “pieno, consapevole e libero esercizio di sovranità”. “Siamo rimasti malissimo ma era pressochè impossibile formulare il quesito in maniera diversa – commenta l’avvocato Laura Poggiali, presidente del Comitato Promotore - . Ora attendiamo la sentenza del collegio garante sul referendum salvastipendi, anch’esso collegato in qualche modo alla riforma previdenziale che – conclude – sappiamo essere oggetto di ipotesi di modifica, al di la del nostro referendum. Segno che in quella legge c’è qualcosa che non va”.

Luca Salvatori

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