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San Marino. In Consiglio il dibattito sulle relazioni con l'Italia. 46 le richieste di parola

25 feb 2014
San Marino. In Consiglio il dibattito sulle relazioni con l'Italia. 46 le richieste di parola
Il Segretario agli esteri apre il dibattito partendo dall'ultimo mese, da quando, cioè, tutte le forze di opposizione hanno chiesto alla Reggenza una convocazione straordinaria del Consiglio Grande e Generale proprio sulla politica estera. Una richiesta, commenta Valentini, con motivazioni e toni inaccettabili per la mancanza di rispetto nei confronti delle istituzioni e delle persone che le rappresentano. Quando la politica scende a questo livello, afferma, cade nel grottesco e si va a una deriva in cui non conta più nulla. I fatti ci hanno dato ragione, rimarca, ma sarebbe bastato poco perchè questo clima degenerasse. Ieri il decreto che certifica l'uscita di San Marino dalla black list è stato pubblicato sulla gazzetta ufficiale italiana. Vi invito a leggerlo, dice il Segretario agli esteri all'Aula, per capire la complessità di questa operazione. Valentini ricorda “l'onta che ci portavamo dietro in qualsiasi rapporto, soprattutto economico, che cercavamo di instaurare.” La piena normalizzazione dei rapporti è un risultato, sottolinea, ed è un impegno. Adesso lo scenario si apre sugli accordi di collaborazione in dirittura d'arrivo: da quello per la lotta alla criminalità alla cooperazione economica che entrerà in vigore con la ratifica dell'accordo bancario, all'accordo radiotelevisivo che, precisa, avrà bisogno di qualche modifica soprattutto per la parte economica. Plaude la maggioranza che ricorda come, senza il passaggio della riforma fiscale forse ci sarebbero stati altri problemi a uscire dalla black list delle persone fisiche. Siamo stati lungimiranti e abbiamo fatto cadere le ultime resistenze, commenta il segretario della dc Marco Gatti. Oggi possiamo parlare di un Paese in difficoltà economica, come tanti, che parte alla pari degli altri e che forse, grazie alla dimensioni ridotte, ha qualche vantaggio in più. L'uscita dalla blacklist è il presupposto per uscire dalla crisi anche se da solo non basterà, dice Gerardo Giovagnoli del psd invitando a non avere più sudditanza nei confronti dell'Italia. Siamo usciti dalla quarantena ma ora non possiamo più commettere gli errori del passato. Il tempo di litigi interni è passato, afferma, soprattutto in questo periodo, con l'imminente presidenza del semestre europeo affidata al nostro vicino di casa e con la visita del presidente Napolitano a San Marino. Maggioranza e opposizione d'ora in poi lavorino e ragionino insieme, invita, su tematiche di interesse collettivo. Alza i toni l'opposizione che riserva gli unici distinguo proprio all'intervento di Giovagnoli. Non accetto di essere definito irresponsabile e cialtrone, commenta il socialista Alessandro Mancini da chi rappresenta un partito che nel 2006 impedì a Fini di firmare l'accordo con l'Italia. Troppi 6 anni per raggiungere questo traguardo. E tra le cose che hanno pesato nei rapporti tra i due Stati Macini ricorda la vicenda Cassa di Risparmio, la defenestrazione dei vertici di Banca Centrale, la tassa etnica. Ma alla minoranza non piace neppure il riferimento italiano all' allineamento tra le due fiscalità. Non è, commentano, un passaggio positivo per la nostra economia. Di qui a ricreare le condizioni per lo sviluppo ce ne passa, commenta Ivan Foschi di Sinistra Unita che attribuisce alla dc la responsabilità di avere osteggiato il percorso di cambiamento del Paese. Le prime riforme, le leggi fondamentali determinanti – afferma – sono passate con il voto contrario del pdcs che ancora oggi non riesce ad affrontare la questione morale. Il partito di maggioranza relativa, sottolinea, è coinvolto in numerose inchieste e chi ha queste responsabilità precise, afferma Foschi, non può più godere di ulteriore fiducia da parte del Paese. Quelle di Valentini, accusa Marco Podeschi dell'Upr, sono parole indecorose per un ministro degli esteri che vuole entrare nella storia. Nell'intervento del Segretario agli esteri, sottolinea, la grande assente è Antonella Mularoni, quella che ha fatto tutto il lavoro sporco ed è stata attaccata con molta più forza di quella riservata a Valentini. E' vero che l'opposizione ha votato e ha contribuito, ricorda Valeria Ciavatta di Alleanza Popolare. Ma mentre qui si lavorava, nelle comunicazioni pubbliche alcuni esponenti di minoranza pur di danneggiare il governo dipingevano una realtà diversa. Da oggi sono finite le scuse, le giustificazioni e i lamenti, commenta Andrea Zafferani di Civico 10. Le parole non bastano più pretendiamo piani precisi e, aggiunge, pretendiamo chiarezza sul comunicato del Mef che ci tratta come se fossimo un protettorato. Per Zafferani se siamo ancora uno stato sovrano il livello di tassazione lo decidiamo da soli. E' un grande risultato e spiace che si cerchi di sminuirlo, commenta Massimo Cenci di Noi Sammarinesi. Rete, con Matteo Zeppa, dice a Valentini “lei ha reso eccezionale un evento che dovrebbe rientrare nella normalità di un rapporto bilaterale”. Nessuno mi toglierà dalla testa, aggiunge, che l'uscita dalla black list comporta la perdita di parte della nostra sovranità. La fiscalità non è mai stata elemento di criticità, replica il Segretario di Stato per le finanze. Abbiamo esercitato appieno la nostra sovranità. Cosa deve ancora accadere, ironizza Felici, per ammettere che è arrivato un risultato positivo?


Sonia Tura

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