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I minori in Commissione

30 lug 2014
I minori in Commissione
I minori in Commissione
Seconda giornata di lavori per la Commissione istituzione che questa mattina è ripartita dall’esame del progetto di legge “Codice di condotta per gli agenti pubblici”. In seduta notturna a tenere banco sono state le “Disposizioni in materia di maltrattamenti in famiglia e di minori”, approvato con 13 voti favorevoli e un astenuto. Come relatore unico viene indicato il consigliere del Pdcs Anna Maria Muccioli. Concordata la proposta di elevare al quinto grado la prigionia in caso di morte di minore in seguito a lesioni. Molto articolato il confronto sull'articolo 5. Riguardo al diritto dell’adottato a conoscere le proprie origini, il segretario di Stato per gli Affari interni, Gian Carlo Venturini, spiega che con la nuova formulazione “viene tutelato sia il minore sia chi adotta”. “Opportuno” il riferimento alla convenzione dell’Aia, sottolinea Rossano Fabbri del Ps, chiedendo spiegazioni sul termine dei 25 anni per maturare il diritto a conoscere le proprie origini. “Scelta di opportunità, ribatte Venturini. La proposta è del commissario della legge che segue queste problematiche. Nessun problema comunque a ragionare”. Francesca Michelotti di Su sostiene i 25 anni, chiedendo se sia un obbligo per i genitori informare il figlio adottato delle origini. Per lo stesso periodo anche Zafferani di Rete. Stefanelli del Pdcs propone i 21 anni come limite di età e sottolinea che non ci sono sanzioni, si tratta di un “cambiamento di tendenza. Fino a qualche anno fa si teneva nascosta l’adozione. Invece è un valore aggiunto”. Gian Marco Marcucci dell’Upr si dichiara a favore dei 25 anni: “Un ragazzo che cresce in una famiglia – dice - deve fare un percorso, anche lavorativo”. Michele Muratori del Psd, in merito all’età, propone di lasciare i 25 anni, che vengono così confermati. I consiglieri Franco Santi (C10) e Michelotti (Su) propongono un articolo 5 bis per l’estensione agli ascendenti, in caso ne abbiano le possibilità, dell’obbligo di mantenimento dei figli minori, “ai quali non lo garantiscono i genitori- spiega Michelotti- perché non hanno i mezzi o perché uno dei due è inadempiente in caso di separazione o divorzio”. Si tratta, aggiunge, di “una tutela importante che andrebbe subito adottata. A volte i nonni si esimono da un dovere etico”. Zafferani di Rete sostiene l’emendamento, anche se andrebbe specificato meglio. Marcucci (Upr) dissente: “Si creerebbe un sistema iniquo che porterebbe ad abusi. Inoltre questo aspetto non c’entra niente con la legge in esame”. Fabbri del Ps interviene per sottolineare le “finalità” dell’emendamento, “ma la questione non può essere affrontata in queste modalità”. Muratori (Psd) sottolinea che si tratta di “un’arma a doppio taglio per come è formulato l’articolo. Siamo comunque disposti a ragionare”. Santi (C10) sottolinea che si parla di “mantenimento dei figli, una priorità. Tirare in ballo i diritti successori è fuori luogo. Il problema è concreto”. Anna Maria Muccioli del Pdcs sottolinea che il tema è “molto importante. Non si può non condividere lo spirito dell’emendamento, ma è opportuno approfondire meglio alcuni aspetti”. Da qui la proposta di inserire la questione nell’ambito dei provvedimenti all’esame della segreteria di Stato e del Consiglio grande e generale. Il segretario di Stato Venturini afferma che la questione è “meritevole d’attenzione e va affrontata. Si può verificare il tema e tra settembre e ottobre inserire la questione nella legge su figli legittimi”. Di fronte a questo impegno i proponenti decidono di ritirare l’emendamento. Il presidente di commissione, Mario Lazzaro Venturini, propone “una nota verbale per cui il problema verrà affrontato nelle modifiche al diritto di famiglia che verranno presentate a breve in Consiglio, secondo l’indirizzo proposto dall’emendamento ritirato”.

Sonia Tura

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