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Upr sulle consulenze: ancora Rothschild?

30 lug 2014
Upr sulle consulenze: ancora Rothschild?
Upr sulle consulenze: ancora Rothschild?
Nell’ultima Commissione Finanze il Segretario di Stato Felici ha affermato: “Il Paese deve ricominciare a costruire opere e infrastrutture, così stiamo stilando le priorità. Per realizzarle occorre esplorare le possibilità di un finanziamento, attraverso l'emissione di titoli si debito pubblico, come per la ricapitalizzazione di Carisp può esser un'opportunità; c'è poi un ragionamento sui fondi pensione. Il sistema ha bisogno di risorse fresche. Per cui si pensa anche a un finanziamento estero. Non erogato dal Fmi o da organismi sovranazionali. Ma di soggetti interessati a investire sul nostro Paese, a produrre opere.”.
Si tratta di una dichiarazione da non sottovalutare, non solo per le eventuali ripercussioni di questa, ma perché ci riportano obbligatoriamente alla memoria la famosa consulenza Rothschild il cui contratto, siglato in ordinaria amministrazione prima delle ultime elezioni, è gelosamente custodito presso la Segreteria alle Finanze. Se non ci si rivolgerà ad organismi internazionali, il Governo si rivolgerà ancora a Rothschild? Sarebbe serio farlo. D’altronde sono stati stanziati 250 mila euro senza avere ottenuto alcun risultato. Oppure ad un nuovo player del settore? Nel caso chissà se Felici sarà più bravo di Valentini nel chiudere un contratto non più manifestamente “vessatorio”, brillantemente redatto a favore solo e soltanto della società di consulenza con pochissimi elementi di garanzia per la Repubblica di San Marino. Dove addirittura, in caso di recesso, fu previsto un pagamento a carico del committente (ergo San Marino). Speriamo che non succeda, come nel 2012, quando i 250 mila euro sono stati immediatamente stanziati come “compenso” necessario per consentire l’avvio dell’incarico a Rothschild. In sostanza per mettersi attorno ad un tavolo era necessario versare questa cifra preliminarmente (come fosse il “piatto” per iniziare la partita). Ecco perché il Governo si è sempre mostrato reticente ed imbarazzato quando abbiamo posto interrogativi in merito al pagamento anticipato della consulenza senza che vi fosse uno straccio di prestazione professionale. Questa consulenza non ha prodotto neanche la bellezza di un foglio A4!. Speriamo che poi non si raggiunga il paradosso quando poi il foro competente, individuato nel contratto, non era quello sammarinese ma il tribunale di Milano. La consulenza, infatti, è stata assoggettata alla legge italiana! Ma a sottoscrivere il contratto non c'era il Segretario di Stato Valentini? Il Governo ha affermato – rispondendo ad una nostra interpellanza – che: “nel momento in cui è stata sottoscritta la consulenza (giugno – luglio 2012) c’era un’esigenza molto sentita di trovare finanziatori, sia per la carenza di liquidità nel sistema bancario e in Carisp in particolare, sia a livello di finanza pubblica in particolare riguardo alla possibilità di sostenere investimenti rivolti alla realizzazione di infrastrutture e per le politiche di sostegno allo sviluppo. Appena avviata la consulenza il Governo è entrato in ordinaria amministrazione e con l’avvio della nuova legislatura anche le esigenze espresse hanno subito dei cambiamenti rendendo difficile anche a Rothschild interpretare le nostre aspettative”. Sono le stesse parole di Felici usate appena qualche giorno fa. Intanto rimangono tanti dubbi. A partire dalla “strana” fretta nell’adottare la delibera in aperta crisi di Governo ma, soprattutto, non si giustifica – dopo aver speso 250 mila euro di tutti solo per contattare la società - l’interruzione del rapporto con la nuova legislatura. Qui qualcosa non torna! La beffa di fondo è che i cittadini hanno pagato profumatamente, per 250 mila euro, il solo ingaggio – voluto dal Governo uscente - di una società di consulenza. Consulenza che non è servita a nulla, che non ha prodotto nulla e che poi è stata addirittura accantonata nonostante fosse stata ritenuta urgentissima appena cinque mesi prima. Il bello è che (forse) non ci si potrà rivalere nemmeno per chiedere i soldi stanziati indietro.

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