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San Marino: Rete, Centro storico patrimonio (corrotto) dell’umanità?

22 ago 2014
San Marino: Rete, Centro storico patrimonio (corrotto) dell’umanità?
San Marino: Rete, Centro storico patrimonio (corrotto) dell’umanità?
Rispondiamo all’ennesima coraggiosa denuncia della commerciante pubblicata dal quotidiano l’Informazione (del 22 agosto 2014) sul caso del “pizzo” nel centro storico.
Che il nostro centro storico abbia preferito negli anni affidarsi alle mutevoli condizioni esterne (mutazioni meteorologiche, compiacenza del politico di turno al singolo commerciante, riflesso della riviera con l’accaparramento prima dei greci, poi dei tedeschi,
poi polacchi, ora dei russi...), piuttosto che investire sulla creazione di politiche turistiche efficaci, durature e lungimiranti, è ormai noto. Secondo il Segretario Lonfernini, l’annoso problema delle guide russe nel centro storico, con tanto di monopolio per chi gestisce le somme di chi è disposto a pagare un pizzo sulle
vendite, sarebbe stato risolto con un Decreto (il 129/2013).
Purtroppo nulla di più falso, a dimostrazione di come non basti calare le regole dall’alto pretendendo che tutto automaticamente cambi con una norma, senza porsi il problema di come essa verrà applicata. Avere uno strumento non significa sapere usarlo, e
ruolo della politica non è solo quello di fare leggi ma di comprendere il tessuto sul quale le leggi si innestano affinché esse siano davvero applicabili. Tutto ciò è facile?
Assolutamente no, anche perché il centro storico è affetto da problematiche annose; ma più ci si rifiuta di affrontarle, più esse si ramificano col rischio di diventare “normali”. Ad esempio, quali controlli vengono fatti sulle guide senza tesserino di riconoscimento, che tuttora girano – illegalmente - per il centro dirottando turisti in questo o quel negozio accondiscendente a pagargli il pizzo? E questa, non è corruzione? Eppure noi crediamo che San Marino si stia finalmente rendendo conto che questi sono
solo palliativi. Sono anni che il centro storico è letteralmente in balia di una forma mafiosa di gestione dei flussi turistici, complici quei commercianti che aiutano a creare percorsi ad hoc che nulla hanno a che fare con i monumenti e le bellezze del centro ma che hanno il solo scopo di attirare i turisti in negozi specifici. In questo modo il potere sui flussi turistici si è concentrato nelle mani di pochi commercianti. Ora si è giunti al paradosso di dover pagare qualcuno per poter gestire la propria attività, legandosi ad un mercato basato su regole mafiose. Molti commercianti iniziano evidentemente a porsi una domanda, che noi condividiamo: quali sono le prospettive di questo metodo? Quanto potrà durare un sistema basato sulla corruzione? Ora il centro storico si sta dividendo sempre più tra chi ancora attende soluzioni salvifiche
esterne, rendendosi disponibile ad arricchire pochi pur di prendersi qualche briciola e poco importa se ciò comporta l’utilizzo di metodi mafiosi, e coloro che invece non intendono stare
a questo gioco, ma pretendono che la politica svolga il proprio ruolo in merito ai controlli efficaci e politiche lungimiranti.
Dobbiamo decidere quale centro storico vogliamo: se vogliamo quello del lavoro nero e di commesse russe con la borsetta in spalla che fingono di essere clienti; del mercato sotterraneo e illecito di vendita di tester di profumi; di interi piani di palazzi non a norma abitati da lavoratori non in regola; di merce priva di regolari fatture. Se vogliamo questo, allora i commercianti pagheranno il pizzo all’associazione di turno, e anche il cittadino
sammarinese potrà contribuire acquistando la sua borsa di marca a prezzi stracciati. Altrimenti dobbiamo iniziare a segnalare e ad ascoltare chi segnala, come ha fatto questa commerciante del centro, a fare controlli non solo laddove si viene inviati allo scopo di colpire chi sta scomodo. A fare controlli non solo per punire, ma soprattutto per cambiare. Dobbiamo valorizzare chi ci mette l’impegno e non chi è vicino al politico. Avere politiche lungimiranti capaci di sviluppare le peculiarità e percorsi dedicati in grado
di valorizzare la bellezza del nostro centro, collegandolo alle bellezze archeologiche, alla tradizione di libertà delle nostre istituzioni, alle specificità naturalistiche e a tutto ciò che il
nostro centro già possiede ma non viene valorizzato.
Chiunque (politico, commerciante, cittadino) si affida alla prima soluzione, è perché ha fallito nella seconda.
C’è chi fallisce per comodità, perché è più facile affidarsi a cause esterne, e chi lo fa per malafede, perché sa di avere molto da guadagnarci nell’accondiscendenza altrui. L’attuale politica turistica invece, sta fallendo per incapacità: finché mancheranno delle vere politiche turistiche efficaci, i criminali, i corrotti, i mafiosi, gli speculatori, troveranno terreno fertile per i loro mercati e per le loro attività. In ogni caso, a nostro avviso chi si affida alla corruzione per far funzionare la propria attività, smette di seguire le regole del libero mercato, smette di essere un commerciante
e diventa un “pappone”. Perciò ci auguriamo che la coraggiosa segnalazione fatta dalla commerciante desti l’attenzione di chi deve effettuare controlli seri. Chiunque si disinteressa del centro storico, si disinteressa del destino del paese. Perché la corruzione si sviluppa proprio laddove le persone si disinteressano, mentre
il solo fatto di scegliere dove acquistare e cosa acquistare è un primo atto di consapevolezza. Scegliere di segnalare e denunciare abusi e irregolarità, è diritto ma anche dovere di ogni cittadino, perché il centro storico non è delle Segreterie che fanno Decreti a pioggia, non è dei commercianti, ma è dell’intera popolazione ed è nostro diritto e dovere viverlo e pretenderne una gestione rispettosa.

comunicato stampa

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