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Commissione Carisp, Ap: "Indietro tutta"

2 mar 2015
Commissione Carisp, Ap: "Indietro tutta"
Commissione Carisp, Ap: "Indietro tutta"
Dopo un lungo confronto fra tutti i gruppi consiliari sulla relazione conclusiva della Commissione d’Inchiesta, dopo che tutti i gruppi consiliari hanno approvato la relazione e concordato un Ordine del Giorno, il movimento Rete ci pensa sopra e dice che l’aula consiliare non è stata all’altezza, lanciando le solite accuse gratuite di circostanza nonostante abbia sottoscritto la relazione della Commissione e l’Ordine del Giorno.
Che il problema sia un’aula consiliare non all’altezza oppure la confusione di Rete? Vediamo un po’ meglio.
Dopo aver tenacemente voluto la Commissione d’Inchiesta su Cassa di Risparmio, Rete prima partecipa ai lavori della Commissione, poi il proprio rappresentante decide di dimettersi, poi cambia idea e ritira le dimissioni, con il particolare che non partecipa più alle riunioni ma firma la relazione finale.
In Consiglio Grande e Generale, prima Rete spende parole di elogio sul lavoro della Commissione, poi firma ed approva l’Ordine del Giorno a conclusione del dibattito ma, il giorno dopo, dice che l’Ordine del Giorno sottoscritto e approvato non va più bene.
Perché?
Rete insinua che il Segretario Antonella Mularoni abbia potuto coprire transazioni illegali e cita a supporto delle proprie accuse le parole dell’ex amministratore di Cassa di Risparmio Fantini, lo stesso che ha avversato l’operato della Vigilanza di Banca Centrale e che nulla fece per evitare che fiumi di danaro partissero da San Marino alla volta dell’Italia. La relazione conclusiva, sottoscritta da Rete, definisce le azioni del Segretario Mularoni “neutre e passive” – non riprovevoli! – e non le attribuisce alcuna responsabilità politica. L’ordine del giorno consiliare accoglie questa indicazione e viene firmato anche da Rete che poi cambia idea e dice che la responsabilità della Mularoni va equiparata a quella di Gabriele Gatti. Ma per chi non se ne è accorto (Luca Lazzari è fra questi), Gatti non è stato censurato per la transazione con Sopaf ma per un’altra questione (lettera a Di Vizio).
Che Antonella Mularoni non abbia avuto alcun ruolo nel favorire comportamenti deviati o “potenzialmente di rilevanza penale” è chiaro, tanto è vero che proprio a Lei si sono rivolti i vertici di Cassa di Risparmio come garanzia nell’incontro incriminato di Palazzo Begni. La famosa transazione Sopaf-Cassa Risparmio si è realizzata mesi dopo, senza alcun ruolo della Mularoni né della politica, come ha scritto la Commissione. Ognuno naturalmente è libero di pensare (a posteriori e dopo che uno dei momenti più difficili per la nostra Repubblica è alle nostre spalle) che il Segretario Mularoni dovesse fare di più e meglio. Ma insinuare, come fa Rete (e anche Luca Lazzari), silenzi complici di una volontà distorsiva della legalità, è una pura e squallida illazione.
Purtroppo chi ha solo la vocazione alla protesta e alla contestazione, spesso condite dalla demagogia del momento, contribuisce a mandare il Paese indietro e non avanti. Le polemiche confuse e le accuse strumentali sono solo operazioni di basso livello. Se oggi il nostro Paese ha ancora un futuro, il merito è di molti ma fra questi vi è certamente Antonella Mularoni. Basta guardare i risultati raggiunti grazie al lavoro da lei tenacemente svolto come Segretario di Stato agli Esteri nella scorsa legislatura.

Comunicato stampa
Alleanza Popolare

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