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Approvato il piano sanitario. Mussoni "basta tagli"

27 mag 2015
Approvato il piano sanitarioApprovato il piano sanitario. Mussoni "basta tagli"
Approvato il piano sanitario. Mussoni "basta tagli" - Il Consiglio Grande e Generale approva il piano sanitario e socio-sanitario a larga maggioranza. 37...
Il Consiglio Grande e Generale approva il piano sanitario e socio-sanitario a larga maggioranza. 37 i si solo 4 i voti contrari, 3 agli astenuti. Tutta l'Aula si complimenta con l'Authority mentre parte dell'opposizione distingue il lavoro tecnico da quello politico e critica il Segretario alla sanità per scelte che, accusa, sembrano indicare “una privatizzazione strisciante” all'interno dell'Iss. Tra i problemi Civico 10 cita l'articolo 48 e presenta un ordine del giorno che invita il Governo a rivedere le decisioni sulle indennità di malattia, a pubblicare documenti e vantaggi delle convenzioni in corso e future e, ritenendo non conformi con le linee di politica sanitaria le convenzioni con strutture private invita a privilegiare sempre quelle pubblica. L'ordine del giorno è stato respinto con 32 voti contrari e 11 a favore. La Magistratura, commenta Rete, ha dimostrato come in questi 20 anni le risorse pubbliche sono state usate per fare cose che non hanno nulla a che vedere con la sanità. A costare, dice il Movimento, sono il clientelismo e la mancanza di trasparenza. E tra le proposte lanciate per diminuire le spese l'eliminazione di tutti i contratti ad personam. Sinistra Unita si sofferma sulla qualità che, dice, negli ultimi anni ha subito una situazione negativa dovuta a riduzioni di budget e defezioni nei reparti. Ogni anno poi ci sono sempre meno risorse economiche che vanno a sostenere il sistema. Dal 2011 al 2014, sottolinea, c’è stata una diminuzione di contributo all'Iss pari a 3 milioni e mezzo di euro. Il piano, commenta l'Upr, dovrebbe spiegare come si può conciliare il sistema sanitario gratuito con una capacità ridotta di stanziamento pubblico. Bisogna anche capire quale sarà l'impatto delle scelte terapeutiche non convenzionali sul sistema. Una criticità è la mancanza di professionisti sammarinesi in tutti i settori della sanità pubblica. Se vogliamo medici all’altezza del compito devono essere retribuiti come in altre realtà a prescindere dalla spending review, afferma il partito socialista. C’è un’emergenza delle emergenze che va affrontata subito: la politica di gestione del personale e di valorizzazione dei nostri professionisti. Se vogliamo erogare con il nostro ospedale servizi di alto livello servono medici validi. Se vogliamo attuare politiche attrattive per certi professionisti di alto livello il tema della contrattualistica c’è. L’argomento rischia di essere impopolare ma ricordiamoci che il welfare non è un costo ma un investimento. Ed è soprattutto su questo che interviene la maggioranza e si scalda il confronto. Nonostante gli interventi per il contenimento della spesa i fattori strutturali che condizionano l’andamento della spesa sanitaria continueranno a determinare, qualunque modello organizzativo e modalità di finanziamento si dovesse scegliere. Possiamo continuare a investire un sacco di soldi nella tecnologia e nelle strutture, ma se non abbiamo professionisti all'altezza non si va da nessuna parte. Siamo alle prese con un fenomeno di fuga dalla nostra realtà sanitaria, ribadisce Alleanza Popolare. Pediatria ha perso dieci medici perché ogni volta che qualcuno veniva qui per fare formazione, poi trovava condizioni di lavoro migliori fuori, come contratti a tempo indeterminato e la possibilità di svolgere la libera professione. Con l'esito del referendum si è compiuta una scelta scellerata, afferma Mario Venturini. Si è generata invidia verso una categoria ritenuta di privilegiati, come se rubasse lo stipendio a fine mese. In questi due anni di tagli abbiamo difeso la sanità, replica Mussoni, e oggi la rilanciamo. Il Segretario alla sanità conferma la necessità di fare di più per la trasparenza e la conoscibilità degli atti e ribadisce che il piano conferma sanità gratuita e universale a prescindere dal reddito. Abbiamo scelto, sottolinea, di non mettere il ticket, di non far pagare i servizi, di ridurre il budget del 12%. Sul sociale le linee fondamentali vedono l'unificazione delle case di riposo e il centro residenziale per disabili. Il referendum, ripete, ha abrogato una legge che regolamentava la libera professione: questo non significa che nel nostro Paese non si può esercitarla. Va fatta con garanzie di sicurezza. Mussoni chiude con un avviso in vista della prossima legge di bilancio: “sulla sanità non si taglia più altrimenti si va sotto”.

st

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