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Upr: Giardi e Giancecchi formalizzano l'uscita dal movimento e lanciano critiche a linea politica e metodo

29 lug 2015
William Giardi e Remo GiancecchiGiardi e Giancecchi formalizzano l'uscita dal movimento e lanciano critiche a linea politica e metodo
Giardi e Giancecchi formalizzano l'uscita dal movimento e lanciano critiche a linea politica e metodo - Non hanno aspettato la riunione di domani. Non c'era più niente da dire. L'ormai ex capogruppo Willi...
Non hanno aspettato la riunione di domani. Non c'era più niente da dire. L'ormai ex capogruppo William Giardi e il Consigliere Remo Giancecchi ufficializzano la loro uscita con una lettera alla Reggenza. Poi convocano la stampa. Si portano dietro tre membri del Direttivo: Noemi Beccari, Giuseppe Reggini e l'ex portavoce di upr Francesco Chiari. Lo ripetono più volte, per evitare malintesi: non sono contrari al dialogo con Ap, ma guardano ad un grande centro che non può prescindere dalla Democrazia Cristiana. Trattativa, accusano, che non è stata portata avanti per personalismi e vecchi rancori. E non nascondono il timore che la nuova formazione che si sta delineando finisca con Rete e Civico 10. “Si è ventilato – continuano – che ci si ponesse come alternativa alla Dc. Non abbiamo ottenuto risposte alle nostre domande.” Non hanno intenzione di dare vita né a un movimento, né a un partito. “Siamo contro la frammentazione”, spiegano. Il loro impegno da consiglieri indipendenti sarà proprio quello di dialogare con tutte le forze di centro. Non le manda a dire, William Giardi, che parla di strateghi esterni al movimento, che non siedono più in Consiglio né fanno parte del direttivo ma che manovrano nell'ombra servendosi di teste di legno. “Le nostre posizioni non vengono ascoltate” - gli fa eco Giancecchi. “Non vogliamo lavorare in una dittatura” – insiste la Beccari. Il Coordinatore Selva parla dell'approvazione unanime della linea politica? Non c'è stata nessuna votazione, chiariscono, alla relazione “letta da Selva, scritta da Marco Podeschi ed ispirata da altri”. La questione politica s'intreccia con quella umana. Giardi torna sulle frizioni con Podeschi che portarono, tre mesi fa, all'annuncio di sue dimissioni poi ritirate. E parla di un isolamento che ancora brucia. “Chiesi a Selva come mai non mi aveva cercato e chiesto di ripensarci. Lui mi rispose: “dovevo salvare Marco Podeschi”.
Da Podeschi e Selva nessun commento. Per le risposte bisognerà attendere domani.

Monica Fabbri
nel servizio William Giardi, consigliere uscente

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