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Consiglio bloccato dalle comunicazioni

3 ago 2015
Consiglio bloccato dalle comunicazioni
L'Aula è ferma al comma comunicazioni. L'obiettivo, non dichiarato, è senza dubbio quello di rinviare la discussione sul tema "caldo" di questa sessione: il polo del lusso. Dopo l'intervento di Remo Giancecchi, che ha spiegato la scelta sua e di William Giardi di interrompere il percorso politico nell'Upr - intervento a cui Marco Podeschi ha risposto presentando un ordine del giorno sulle energie rinnovabili - ha preso la parola, per 3 ore, il capogruppo di Rete. Un intervento che ha spaziato dalla legge elettorale a Banca Centrale, dalla sanità all'Expò all'alimentazione nel mondo. Ci sono stati ripetuti battibecchi con il Segretario al turismo, richiamato per questo dalla Reggenza, e anche una offerta di pace che ha visto Lonfernini portare un bicchiere d'acqua a Ciavatta. I Capitani Reggenti hanno convocato i capigruppo insieme all'Ufficio di Segreteria per decidere il da farsi. La convocazione di questa seduta prevede che i lavori, nella serata di mercoledì, possano proseguire oltre la mezzanotte. Questo apre la possibilità di una convocazione non-stop fino alla mezzanotte di giovedì ma anche di una nuova riunione dell'Ufficio di Presidenza per proseguire ad oltranza i lavori parlamentari. La scelta di Roberto Ciavatta ha riaperto la questione del regolamento consiliare e della sua riforma. Un percorso che la maggioranza vuole accelerare. Se ne parlerà a settembre, è stato il commento bipartisan, perchè vanno tutelati i diritti di tutti: dell'opposizione ma anche di chi ha responsabilità di governo. Questa giornata, puntualizza il Presidente del psd Francesco Morgati, è costata 10mila euro perchè c'è una doppia convocazione. Attualmente il comma comunicazioni non prevede vincoli di tempo e di temi, purchè questi non siano già all'ordine del giorno della seduta consiliare. Ed è stato un riferimento di Roberto Ciavatta alla questione del lavoro che ha visto la Reggenza intervenire proprio perchè il tema sarà oggetto di un decreto legge. "Vedo che gli animi si stanno scaldando, ha concluso il capogruppo di Rete. "Per evitare ulteriori forzature dovute a motivi che non sono dettati dall'interesse del Paese, dichiara, mi fermo qui. Ma questo è un modo molto grave di procedere e risponderò nei modi più opportuni". Dopo di lui Federico Pedini Amati che, per 2 ore. ha ripercorso gli impegni presi dal governo nel 2011 con l'allegato zeta - "il libro dei sogni" dice - sottolineando il fatto e il non fatto. E' poi passato al tavolo strategico per lo sviluppo del 2013, quindi alla Smac card, all'Expò e alle dimissioni di Clarizia. E adesso la parola passa a Matteo Zeppa.


Sonia Tura

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