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Consiglio: Capuano è il nuovo Dg di BCSM. Sostituiti 3 membri del Consiglio Direttivo

27 set 2017
Segretario Simone Celli
Segretario Simone Celli
Dopo un confronto che ha registrato toni piuttosto alti, il Consiglio approva, con voto palese, il gradimento del nuovo direttore generale di Banca Centrale Capuano. Solo Rete aveva manifestato, in fase di dibattito, il proprio no. Poi l'elezione dei 3 membri del Consiglio Direttivo. Sono Nicola Cavalli, indicato da RF, Marco Bodellini per SSD e Martina Mazza per C10. Prima dell'ultima votazione Dim ha abbandonato l'Aula. Avevamo diritto a un rappresentante, spiega Roberto Ciavatta. La maggioranza ci ha impedito di esprimerlo decidendo di non mettere in votazione la sostituzione di Silvia Cecchetti. Questa mattina gli ultimi interventi. Alessandro Mancini lega l'astensione del partito socialista nel gradimento del nuovo Dg di BCSM alla certezza di sapere che Capuano ha interrotto completamente il suo rapporto di lavoro con il Mef. Piace la scelta di ripartire dal dialogo con le banche centrali, in particolare con Bankitalia, sebbene – rimarca Mancini – la scelta zoppa perchè la candidatura è unidirezionale. Matteo Ciacci fa sapere che Civico 10 aveva valutato da tempo che delle modifiche nella governance sarebbero dovute avvenire ma, sottolinea, silurare Savorelli subito poteva compromettere le operazioni su Cassa e Asset mentre così nessuno perderà un centesimo. E rivendica che i fatti dimostrano che il filo indissolubile del governo con i poteri forti, raccontato dall'opposizione, non è mai esistito. Non è vero che la maggioranza ha poca responsabilità, dice il capogruppo di Rete. Lo dimostra il fatto, sottolinea, che non siete intervenuti per far rispettare la legge sul tetto degli stipendi della governance di Banca Centrale. Capuano, aggiunge, ha tutte le caratteristiche indicate perchè gli sono state cucite addosso. Lo stesso Celli ha ammesso di averlo contattato prima del licenziamento di Savorelli. Ciavatta si dice convinto che il Cis avrà l'okey per l'operazione saudita. A questo investitore, afferma, andranno anche l'aeroporto e la creazione del mega hotel di podeschiana memoria. Spero di essere smentito, dice, sarò contentissimo. Conferma voto contrario a Capuano perchè l'impegno del governo era di condividere. Capisco Morganti, conclude, si è speso per portare Grais e difende i contatti italiani che ha portato in dote a questa maggioranza per vincere le elezioni. Roberto Giorgetti svincola il profilo del dg di Banca Centrale – c'era già, afferma - dal nome di Capuano e si dice dispiaciuto dal fatto che Grais abbia deciso di dimettersi ma questa maggioranza, rimarca, non ha affidato il futuro e la propria visione del Paese a un uomo. Affrontiamo i problemi senza dire che va tutto bene: lo dimostrano la vicenda Asset e il bilancio di Cassa. L'autonomia, sottolinea il capogruppo di Repubblica Futura, non può essere assoluta: se si compromettono gli interessi nazionali è giusto intervenire. Noi gli scenari greci non li vogliamo. Giorgetti ribadisce che la maggioranza non ha cambiato idea: crediamo ancora , dice, che il futuro finanziario sia nella trasparenza, nella veridicità dei bilanci, nei rapporti internazionali. Per Marco Gatti è un licenziamento anche quello del Presidente: in modo elegante gli si è detto devi andare a casa perchè cambiamo strada. Capuano, dice, lo giudicheremo sui fatti e sul confronto che sarà disponibile a fare. Bisogna ridare autorevolezza al dg, dice, e per le nomine Giannini e Grais invita a chiedere a qualcuno della maggioranza. La sua unica conoscenza, rimarca, è con uno dei vertici del Cis e si troverà da subito con una serie di fascicoli che riguarda proprio quella banca. Gatti invita anche a recuperare un'etica perchè, dice, non è possibile che il presidente di Cassa non esca dal direttivo di Bcsm. Non solo non deve votare, dice, ma non prende neanche parte al dibattito. Gatti presenta un ordine del giorno dell'opposizione per chiedere che il gradimento di Capuano avvenga solo quando i consiglieri disporranno dei documenti che confermano il suo licenziamento da Bankitalia e il tetto del suo stipendio. Chiude il dibattito Tony Margiotta di Ssd che contesta soprattutto Ciavatta. Difende, dice, la vecchia gestione del sistema bancario. Morganti, precisa, ha manifestato il suo dispiacere per le dimissioni di Grais. È legato alla persona, a una figura che per Morganti poteva portare il Paese verso un progetto che tutti abbiamo condiviso. Nessuna spaccatura insanabile tra Celli e Morganti, ribadisce. Sostenerlo è una falsità. Il progetto della maggioranza e di Ssd esiste ancora perchè non è legato alle persone ma allo sviluppo del sistema bancario. Responsabile, dice Margiotta, l'astensione di parte dell'opposizione sul nuovo Dg: permette una nuova ripartenza. Secca la replica del Segretario alle finanze. Nonostante le differenze su metodo e approccio, afferma Celli, l'Aula non ha manifestato obiezioni insormontabili su Capuano. La scelta di astensione, sottolinea, è significativa in termini politici e il governo non la fa cadere nel vuoto. Il rapporto di Caputano con il Mef, ripete, verrà interrotto una volta arrivato il gradimento dell'Aula e la sua retribuzione rispetterà le normative vigenti. No alla richiesta di soprassedere. Per noi, ripete Celli, la nomina deve essere tempestiva. Il sistema richiede una Banca Centrale pienamente operativa. A Morganti, che non cita, Celli dice il percorso va avanti in tre direttive: bilanci puliti, banche più solidi e internazionalizzazione. Chiunque sia il presidente e il direttore generale. Nelle repliche Federico Pedini Amati presenta un secondo ordine del giorno, firmato da Dim, per chiedere di posticipare la nomina di Capuano al riferimento del Segretario alle finanze sul rapporto con il Mef anche in riferimento agli obiettivi assegnati al nuovo Dg e che impegna il governo al confronto preventivo prima di scegliere la strada per trovare le risorse necessarie al sistema. Alla fine gli ordini del giorno sono 5 ai quali si aggiunge la mozione d'ordine firmata da Rete per la revoca delle dimissioni irrevocabili di Silvia Cecchetti, vice presidente del Consiglio Direttivo di Banca Centrale. Uno di questi prevede l'ingresso di un membro della minoranza nel CCR con tutta l'opposizione a ricordare che era un impegno assunto in campagna elettorale da Adesso.sm. Il governo apre sulla richiesta di evitare soluzioni transative con Savorelli, impegnando così BCSM a non dare un euro all'ex direttore generale. La proposta viene accolta con 51 voti a favore, 2 contrari e 1 astenuto.

Sonia Tura

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