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Consiglio: rissa sfiorata in Comma Comunicazioni

19 ott 2017
Consiglio: rissa sfiorata in Comma Comunicazioni
E’ un comma comunicazioni che parte con toni pacati, ma che s’infiamma sul tema banche.
In Aula arrivano argomenti che scottano, e cade nel vuoto l’appello dei Capitani Reggenti a costruire un clima di confronto sereno, costruttivo, civile e rispettoso dei ruoli istituzionali.
“Non sono giustificati – avvertono - atteggiamenti offensivi”. In seguito ad uno scontro particolarmente acceso in cui si sfiora la rissa, sono costretti a richiamare all’ordine. Volano parole grosse fra Roberto Ciavatta e Jader Tosi. A scaldare gli animi gli ultimi sviluppi su emolumenti e indagini della magistratura.
Un passo indietro: Celli, nel suo riferimento sugli annual Meeting, sottolinea la valutazione positiva del FMI sulla revisione della spesa pubblica. Gli esperti di Washington tornano a sollecitare riforme strutturali, come l’adozione dell’Imposta sul valore aggiunto, le riforme previdenziale e del mercato del lavoro. Sulla ristrutturazione del sistema bancario e finanziario, raccomandano una stretta sinergia con i soggetti vigilati “che dovranno concordare con BCSM piani di rimedio pluriennali con parametri Basilea 3 e in tempi sostenibili”. Sulla gestione degli npl, suggeriscono di impostare una cabina di regia. Bene quindi il Comitato strategico di stabilità finanziaria.
Poi, Celli parla della nomina del Presidente di Bcsm: dopo la sessione consiliare – annuncia – ci sarà un confronto per individuare un profilo condiviso.
Sulle polemiche esplose sugli emolumenti ai membri della Fondazione, il Governo per vederci chiaro vuole guardare più indietro. Ha quindi richiesto al cda tutti quelli elargiti dal 2014 ad oggi.
Sull’operazione titoli su cui sta indagando la magistratura, Bcsm intende avvalersi del segreto d’ufficio. Lo stesso CCR – ricorda Celli – chiese il 1 settembre a Daniele Bernardi un riferimento che però non è arrivato.
Entrambe le questioni vengono riprese dall’opposizione. Riguardo agli emolumenti, Oscar Mina parla di somme elargite a titolo gratuito “dato che le attività formative previste dal fondo - spiega - sono state effettuate solo da Rita Vannucci”. Numeri alla mano, “ad oggi –precisa - sono stati elargiti compensi per Grais, Savorelli e Siotto pari a circa 202.000 euro, in contraddizione con le finalità degli incarichi e nel caso di Siotto senza considerare incompatibilità e conflitto di interesse”.
Federico Pedini Amati si concentra, invece, sull’indagine della magistratura riguardo al presunto acquisto da parte di Bcsm di titoli privi di rating dal Cis. Si parla di circa 49 milioni di euro, quasi la totalità di fondiss. Torna il nome di Confuorti, in Aula si sospetta che l’operazione sia servita ad azzerare i debiti del suo gruppo e della moglie di Siotto. "Possibile – chiede Pedini Amati - che il CCR non si sia accorto di niente e che la maggioranza non si sia posta domande? Quando la politica è cieca o non vuole fare luce su possibili reati che coinvolgono membri di governo, allora ha perso”.
L’intervento più duro quello di Roberto Ciavatta: parla di un nuovo conto Mazzini, attacca corrotti e corruttori, molti dei quali ancora potenti e a piede libero. “Questo governo- dice - ha scelto la strada più facile, la copertura dei corruttori storici. In tribunale ci siete già arrivati. Non chiedo più a questa maggioranza di prendere atto di quello che sta accadendo, non è in grado di opporsi. Vi chiedo di riconoscere un fallimento e di temere il giudizio storico che penderà sulla vostra passività.”
E’ scontro con Jader Tosi, i due sembrano voler venire alle mani, c’è chi li divide.
La Reggenza chiede un comportamento degno e il rispetto dell’Aula.
Poco dopo Tosi chiede scusa: “ho risposto in modo violento – spiega -dopo aver subito un attacco. Con questo modo di dibattere in Aula mi domando se ha senso rimanerci”.
Anche Marco Podeschi, risponde a Ciavatta. "Ha fatto intendere che sono corrotto e corruttibile perché facevo parte delle seconde linee di Upr. Abbiamo pagato un prezzo politico altissimo – dice. Il progetto è miseramente fallito”. Ricorda l’esperienza dolorosa, con compagni di partito e amici indagati e condannati, le battaglie successive, gli assalti della Dc. Guardando all’oggi: “accetto le grida dei correntisti Asset ma un po’ meno che un consigliere faccia illazioni sulla mia azione morale.”
Roberto Giorgetti chiarisce che le cose sono cambiate: "oggi il tribunale indaga. Ed è positivo. Come maggioranza – continua - abbiamo richiesto apertamente che si faccia chiarezza ma qui – aggiunge - sembra che qualcuno abbia già la sentenza in tasca". Invita ad aspettare che la magistratura si pronunci. "Non è in Aula – ricorda – che si fanno i processi".
Marco Gatti non nasconde la preoccupazione: il governo dice che va avanti sulla strada intrapresa. Al posto di studiare un’operazione di sistema – chiosa - si va avanti con la visione di quelli che sono venuti qui a fare altro”. Si augura che il tribunale vada fino in fondo. “Dopo – dice – sarà indispensabile la commissione politica”. Il Pdcs invita maggioranza e governo a fermarsi.
Lo chiede anche Iro Belluzzi, che invita ad un passo indietro rispetto all’accorpamento di Asset in Cassa. "La richiesta di liquidità solo per l’operazione Asset - avverte - è di circa 100 milioni di euro”.
Infine Tony Margiotta si scaglia contro Ciavatta, torna a rilevare i legami con via delle Scalette e provoca: "si dice che Rete sia la voce della dc, che abbia sposato un’unica linea politica, che ci sia un accordo sotterraneo.” Domani riprenderà il comma comunicazioni.

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