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CGG: si accende il dibattito sul FMI. Letture diverse sul report del Fondo

31 gen 2018
Lavori del CGG
Lavori del CGG
Il clima si surriscalda sull'esito della visita del Fondo Monetario. Nella sua relazione, Celli riconosce che l'economia sammarinese cresce ad un ritmo troppo lento. L'emersione delle criticità ha generato incertezza e precarietà, ma – continua – non c'erano alternative. Il Governo sarà impegnato in un piano operativo con interventi per la ricapitalizzazione delle banche, la risoluzione dei crediti deteriorati e il miglioramento di trasparenza e accountability. Quindi, l'ultimazione dell'AQR entro la prima metà di aprile. Le ricapitalizzazioni dovranno avvenire entro il primo trimestre del 2019. L'uso di risorse pubbliche limitato ad istituti sistemici, in particolare Carisp. Capitolo npl, c'è l' impegno del governo a realizzare, entro i primi sei mesi dell'anno, modifiche legislative alla disciplina fiscale e giuridica riguardante la cessione dei crediti deteriorati. Come reperire le risorse? Il Fondo suggerisce di diversificare le forme di finanziamento. Il Governo prenderà in esame più opzioni che vanno dal sostegno di organizzazioni internazionali all'emissione di debito sovrano, alla valutazione di molteplici prestiti bilaterali da parte di entità sovrane. C'è anche l'ipotesi di far ricorso a risorse interne. La collaborazione con il FMI va irrobustita – continua il Segretario alle Finanze – il suo ricorso un'opportunità ma nessuna decisione è stata presa, servirà confronto politico e sociale che verrà avviato nelle prossime settimane. Il debito dovrà essere sostenibile e il suo ricorso inserito in un piano di stabilità nazionale. Prendono la parola i colleghi di Governo. “Il paese non trarrà beneficio – avverte Guerrino Zanotti - dall'eccessiva contrapposizione politica”. Conferma giusta la scelta di non affrontare temi di natura contrattuale in bilancio, ma ora si apre la partita del rinnovo del contratto di lavoro. Invoca un salto di qualità nelle relazioni con i sindacati, "che non possono più pensare di fare del settore pubblico battaglie di retroguardia”. Si vuole delineare un quadro in cui non sia solo l'anzianità criterio di merito. Va rivista la formazione per l'accesso al pubblico impiego e uno strumento di valutazione continua. La certezza del posto di lavoro – continua - non può esser confusa con inamovibilità del ruolo e orario di lavoro. Parola d'ordine: flessibilità. Ognuno sarà chiamato a fare la propria parte. “Con il Governo stiamo affrontando questioni senza tenere conto del facile consenso che per decenni la classe politica si è assicurata in termini di voti e pace sociale”. E' il turno di Marco Podeschi che definisce apprezzabile il tasso dell'1% di crescita previsto per il 2018, soprattutto considerando le turbolenze nel settore bancario e finanziario. Tra le priorità la riforma dello statuto di Bcsm. Accende poi i riflettori sulla revisione della spesa pubblica. “Dobbiamo capire quali risorse il paese si può permettere rispetto ai servizi e che offre”. Guarda ai 500 mila euro di spese correnti solo per la cultura, ai quasi 50 milioni di euro di uscite per circa 900 dipendenti nel settore dell'istruzione. “Non si tratta di fare risparmi -spiega - ci sono livelli che vanno garantiti”. Servono però riflessioni che coinvolgano parti sociali e politiche su come efficientare percorsi e contestualmente come intervenire in settori non strategici.
Andrea Zafferani mette in cantiere l'ottimismo, soffermandosi sugli interventi di rilancio e facendo notare che i dati sulla crescita sono sopra le attese rispetto alle stime dell'anno scorso.
“Non siamo però soddisfatti”, aggiunge. Nell'elenco delle cose fatte sia a costo zero che con investimenti inserisce anche le telecomunicazioni, settore di supporto alle imprese innovative.
Nel 2018 -annuncia - lavoreremo su commissioni che intervengono sull'attività dell'impresa rallentandole. “Le vogliamo abolire”.
Augusto Michelotti si concentra sulle iniziative messe in campo e su ciò che vedrà la luce: nel 2018 verrà inaugurata una nuova galleria d'arte moderna e fra due anni sarà riaperto il museo filatelico e numismatico. E ancora, investimenti infrastrutturali urgenti come il collegamento rapido Rimini - San Marino, strutture ricettive ad alto livello in posizioni strategiche, la riqualificazione delle cave antiche.
Eva Guidi mette l'accento sulla richiesta di accountability. “Nessuno di noi dice che va tutto bene” - spiega - ma le note positive espresse dal Fondo devono essere lette senza pregiudizi di parte. Richiama a un dibattito costruttivo, oltre lo schema delle colpe di uno o dell'altro. Il fondo giudica un percorso, ci sono problemi stratificati, i problemi del settore bancario accumulati nell'ultimo decennio. “Il Fondo – gli fa eco Lorenzo Lonfernini - certifica che i problemi del sistema sono annosi e non creati nell'ultimo anno dal Governo come ripetono le solite cassandre”.
L'opposizione non ci sta e alza la voce. Teodoro Lonfernini si dice perplesso dagli interventi che lo hanno preceduto. “Mi chiedo se hanno letto tutti la stessa relazione”. Attacca il Governo: “ho ascoltato pagelle ma non siamo più in campagna elettorale, dopo un anno la realtà vi è arrivata e le conseguenze delle vostre azioni pesanti”. “Dove sono – chiede - le misure che ha indicato il fondo?” Il paese – avverte – non sta reagendo, e ricorda i statistici che parlando di 1430 disoccupati, di cui 1140 privi di ammortizzatori sociali. “31 in più nel 2017 mentre crescono del 2,4% i lavoratori frontalieri grazie a leggi sbilanciate”. Si continua a fare finta di nulla – rincara la dose Giovanna Cecchetti - il Fondo Monetario boccia la politica del Segretario alle Finanze. E avverte: “se non si parte da un'analisi seria diventa difficile arrivare a confronto e condivisione. La fiducia passa da una presa d'atto di Celli e da un suo passo indietro”. “Non è possibile trovare condivisione senza una riflessione costruttiva”, aggiunge Marianna Bucci. Accusa Celli di aver portato un riferimento immaturo. “Manomette dati, li omette. Il fondo certifica quanto sosteniamo da mesi. Celli – accusa - si sottrae alle sue responsabilità. Non dice, ad esempio, che il rapporto debito pil è cresciuto a dismisura dopo il bilancio di perdita di Cassa e la trasformazione di credito d'imposta in debito pubblico. Non conosciamo – aggiunge - la strategia del governo. Il fmi dice che occorre definirla immediatamente. Questa strategia non esiste. Ciò che esiste e ammorba il paese sono gli slogan”. Luca Santolini invita a rileggere il report con obiettività. Fa notare aspetti positivi come l' aver sollevato il velo sui problemi. “Senza un quadro chiaro è impossibile mettere in campo strategie”. Ricorda “le pezze del passato su Cassa che hanno portato al debito”.
Il monito – aggiunge - è chiaro: “per limitare i danni occorre completare velocemente l'opera di ristrutturazione del sistema chiudendo l' aqr che si sta trascinando da troppo tempo. Poi c'è il rafforzamento nelle governance delle banche. “Passi avanti a livello sistemico sono stati fatti. Gli istituti si stanno gradualmente dotando di management competenti”. Da prendere con le molle, invece, il passaggio sulla privatizzazione di Carisp. “Dobbiamo valutare le conseguenze politiche e sociali”. In prospettiva ritiene che Cassa possa essere gestita privatamente ma non prima che lo Stato sia rientrato dei soldi spesi.
Durissimo Matteo Zeppa: “un ente terzo certifica quanto questo Governo abbia deliberatamente attaccato il sistema. Su Cassa – aggiunge - si sono scatenati gli appetiti di segreterie e uomini ombra, impegnati a nominare membri del cda per farla diventare il fardello dello Stato, in cui c'è un tesoretto che fa gola a molti, i crediti delta. L'Fmi definisce incapaci chi ha ristrutturato la più grande banca creando perdita di fiducia nel sistema e fa intendere che i dati del Pil sono falsi, perché non tengono conto dei 534 milioni di perdite”. Invita la cittadinanza a reagire. “È tempo di una nuova resistenza a livello civile”. Denise Bronzetti si dice perplessa “dall'elenco della spesa dei Segretari”.
Sui finanziamenti esterni – aggiunge - non c'è una visione chiara. Il Fondo non è un bancomat a cui ci si rivolge decidendo cosa attuare e cosa no. “Gli stati che hanno chiesto il sostegno del Fondo non hanno potuto contrattare più di tanto”.
Nicola Selva e Marika Montemaggi ricordano che per la prima volta il FMI ha riconosciuto l' aver fatto emergere i problemi. “Tutti siamo tenuti a dare il proprio contributo – afferma la consigliera di Civico 10 – ma non è con il più becero populismo che si affrontano i problemi”.
“Siamo di fronte ad un problema strutturale del paese” - dice Selva - “ma la maggior parte degli interventi vanno a caccia delle responsabilità. L' estremo populismo - ribadisce - è l'aspetto più negativo in questo momento storico”.
"Nella sua relazione – afferma Stefano Canti – Celli assolve se stesso e il governo. Non c'è nessuna traccia degli errori". Attacca poi il metodo. “È con la condivisione vera che si affrontano i problemi. Chiede alla maggioranza di liberarsi dai poteri forti e di dialogare. “Il risultato sarà una vera ripartenza per il paese”. Da Manuel Gasperoni l'appello all'unità di intenti. “È il momento di essere compatti, di dimostrare tutti credibilità. L'attenzione dall'Italia – avverte - è spasmodica. Invita a lasciare da parte la provinciale politica da cortile. “Si ritrovino fondamenti e valori. Lo scopo è comune e più in alto. Non potrà avvenire senza un confronto fra maggioranza e governo, senza un dialogo con l'opposizione, senza una dialettica con forze datoriali e sociali”. Far fronte comune nei momenti di difficoltà, riconoscendo un nemico comune e unendo le forze per combatterlo. “San Marino è ad un crocevia nevralgico. Non siamo in un vicolo cieco ma dobbiamo imboccare una strada. Consapevoli che ci sarà salita, ponderando le scelte ma non rimanendo fermi con le quattro frecce”.

Alle 21.15 il Consiglio voterà modifiche all'odg per ratificare il decreto – che scade oggi - sul rientro di capitali. Servono i due terzi dell'Aula.

In una nota l'opposizione invitava la maggioranza a risolvere da sola il problema, riducendo i suoi tempi nel dibattito sul FMI. “Non faremo ostruzionismo – si legge – ma non possono chiederci di limitare i nostri interventi per far approvare al governo un decreto che non condividiamo”. In ripresa dei lavori si vedrà se l'opposizione darà il suo voto per sospendere il dibattito sul Fondo e riprendere l'esame dell'articolato del decreto.

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