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CGG, tutta l'Aula vota la modifica all'odg: ratificato il decreto sul rientro dei capitali

1 feb 2018
Consiglio Grande e GeneraleCGG, tutta l'Aula vota la modifica all'odg: ratificato il decreto sul rientro dei capitali
CGG, tutta l'Aula vota la modifica all'odg: ratificato il decreto sul rientro dei capitali - A sorpresa l'Aula garantisce la maggioranza dei due terzi per modificare l'ordine del giorno del Con...
A sorpresa l'Aula garantisce la maggioranza dei due terzi per modificare l'ordine del giorno del Consiglio. L'opposizione collabora, nonostante non condivida il decreto sul rientro dei capitali, soprattutto dopo l'emendamento del Governo che introduce la valenza giuridica. Decreto che, ricordiamo, scadeva alla mezzanotte di ieri. Per non farlo decadere si rende quindi necessario sospendere il dibattito sul Fondo Monetario, procedendo alla ratifica. Alla fine, dopo tentativi andati a vuoto e un comunicato congiunto in cui l'opposizione tira le orecchie al Governo e manda a dire alla maggioranza di risolvere da sola il problema, si trova l'accordo: l'Aula dice sì con voto palese e si decide di procedere anche con gli altri due decreti scorporati: la “regolamentazione dei flussi di migrazione per motivi di lavoro e per esigenze straordinarie per l’anno 2018” e le “Modifiche e integrazioni alle norme in materia di sostegno allo sviluppo economico in materia di elenco delle mansioni, di agevolazione sui premi di risultato e sulle prestazioni oltre l’orario di lavoro”. Oggi si riparte con il dibattito sul Fondo Monetario e c'è l'impegno a procedere, se necessario, anche dopo la mezzanotte per votare gli ordini del giorno, compreso quello della dc che chiede il ritiro della delibera del Congresso che dà mandato all'Avvocatura di procedere nei confronti del consigliere Massimo Andrea Ugolini in qualità di ex presidente della Commissione Affari di Giustizia. Tornando invece al decreto sullo scudo fiscale sammarinese, l'opposizione si dice perplessa, non ne vede la finalità, “porterà – dice - cifre irrisorie”. Rileva che i contribuenti hanno già possibilità di regolarizzare beni detenuti all'estero. Se l'obiettivo è alimentare un settore in sofferenza – aggiunge - il rimpatrio giuridico lo vanifica. Punta poi il dito contro la perdita di fiducia, vero problema della mancanza di liquidità nelle banche. Per la coalizione di Governo qui non c'entra la mancanza di fiducia, “con il decreto - spiega Celli- si vuole agevolare l'emersione dei beni detenuti all'estero che al momento non sono stati dichiarati dal contribuente, per avere un quadro reale della sua capacità patrimoniale”. Il decreto, ratificato, ora verrà trasmesso al Moneyval.

MF

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