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L'aula si accende sull'Agenzia per lo sviluppo economico

23 apr 2018
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All'esame dell'Aula lo statuto dell'agenzia per lo sviluppo economico – Camera di Commercio, una società di diritto privato a partecipazione mista con la quota dell'Eccellentissima Camera mai inferiore al 51%. L'obiettivo è noto e Civico 10 lo rincorre da tempo: promuovere il sistema, trovare investitori e assistere imprenditori e aziende nella creazione della nuova società sammarinese. Nessuno spazio per l'improvvisazione: “alcune funzioni sono nuove per il nostro ordinamento – spiega Andrea Zafferani – e andavano potenziate e rese strutturali”. Si parte dal concetto che non bastano buone leggi per l'imprenditoria se poi in pochi conoscono le opportunità che offriamo.

Capitolo risorse economiche, il Governo nella legge di bilancio ha portato da 80 a 130.000 il contributo dello Stato. “Primo passo – dice il Segretario - di uno sforzo sempre più importante per garantire all'ente risorse certe”. Risponde poi ai dubbi dei soci di minoranza della camera di commercio che il 27 si riuniranno in Assemblea. Potranno nominare 5 rappresentanti nel cda, composto da 13 membri. Rimane da concordare i requisiti, con l'esigenza condivisa di membri esperti in materia. Riguardo alle preoccupazioni della Csu sulla protezione dei dipendenti, espresse nero su bianco in un documento inviato ai capigruppo, Zafferani si impegna ad avviare il dialogo per la salvaguardia dei livelli occupazionali.

Luca Santolini ricorda l'invito di Paolo Mieli a raccontare meglio al mondo la nostra storia e porta l'esempio concreto di imprenditori che hanno scelto San Marino perché venuti a conoscenza per caso delle attrattive del paese. “C'è poca organizzazione – fa presente – e manca una visione comune e unitaria di cosa significa fare promozione”.
Si aspetta il contributo costruttivo della politica. “Sono iniziative – dice - su cui tutti dovremmo remare nella stessa direzione”.

La Dc interviene in blocco. Non si dice contraria all'obiettivo ma contesta ancora una volta il metodo. Parla di forzatura facendo sue le critiche di sindacati e categorie. “Serviva – dice - maggior confronto”. Per Teodoro Lonfernini si rischia di creare un carrozzone. Serviva – aggiunge - un lavoro preliminare intervenendo su quella parte della Pa non ancora pienamente efficiente. Mancano, inoltre, risorse adeguate. “130.000 euro non sono nulla rispetto a lavoro di promozione che deve essere fatto”. Torna anche l'attacco ad una patrimoniale che penalizza i patrimoni netti delle società. “Cosa andiamo a raccontare – chiedono Dc e Ps - agli investitori esteri?”
“Così si fa demagogia”, risponde Margherita Amici - “si fa riferimento ad un provvedimento straordinario, non strutturale”. Rete teme di vada a creare “l'ennesimo bel contenitore senza contenuto” e fa anche il nome del possibile direttore. "Un vestitino, dice Zeppa, cucito su misura". Per Marianna Bucci si snatura la camera di commercio che per sua natura dovrebbe essere dotata di autonomia funzionale. “Rappresenta l'economia reale non la politica. In questo decreto – avverte – il legame con lo Stato è portato all'ennesima potenza, nel finanziamento e nella presenza nel cda”. Parla di rapporto parassitario, non di opportunità. Una camera di commercio autonoma – dice - avrebbe interesse diretto ad allargare platea di contribuenti e attirerebbe imprenditori seri, che arrivano per restare, non mordi e fuggi”.

Concorda Alessandro Mancini. l'Agenzia per lo sviluppo – manda a dire – non è altro che la ramificazione della Pa. Il cuore sono gli operatori economici, non la politica. Critica inoltre Zafferani per aver modificato uno statuto con decreto delegato, soprattutto dopo passate battaglie contro l'uso smisurato della decretazione. Non è neppure giusto – continua - che si promulghi un decreto poco prima dell'Assemblea dei soci. Ancora una volta si parte alla rovescia”.

“Vi riconosco una capacità mancata ad altri governi nella storia – rincara la dose Denise Bronzetti– riuscite a scontentare tutti”. "Ci ha convocati a cose fatte - aggiunge Federico Pedini Amati - la prossima volta, se vuole condivisione, non ci chiami il giorno prima dell'emanazione dello Statuto stesso". Mdsi si aspettava maggior sburocratizzazione mentre Iro Belluzzi mette in evidenza l'assenza di sincronismo con quanto stanno svolgendo altre segreterie. “Manca completamente una politica univoca perché ci sono funzioni sovrapponibili".

Per la maggioranza il decreto getta invece le basi di una nuova economia per il paese. “Toglie di mezzo burocrazia e muri di scartoffie” - dice Fabrizio Perotto, “risolve problematiche che hanno soffocato e reso poco attrattivo il nostro sistema”, aggiunge Fabrizio Francioni. Si mette l'accento sulle professionalità dell'agenzia, che si avvarrà del lavoro di importanti figure e del supporto di corpo diplomatico e consolare.

Vitale e urgente – per Nicola Selva - rilanciare lo sviluppo economico incentivando la nascita di nuove imprese e aiutando a crescere quelle esistenti. Ritiene però necessario che l'Agenzia non diventi nel tempo, dopo lo slancio iniziale, un accentramento di troppe funzioni appesantendone l'operato. “Serve una logica di efficienza e velocità”. No quindi ad appesantimenti burocratici.

“È interesse di tutti che non diventi un carrozzone – afferma Vanessa d'Ambrosio.
Non possiamo pensare di migliorare il sistema senza modifiche sostanziali all'assetto che abbiamo oggi, lento e pesante”. Invita l'Aula ad un cambio di prospettiva, dimenticando di essere consiglieri, ma imprenditori. “L'Agenzia diventerà un punto di riferimento”.

Poi, sui soci di minoranza della Camera di Commercio, Margherita Amici domanda: hanno portato finanziamenti? Non mi risulta". E chiede all'opposizione un solo esempio di società privata "in cui si verifica un patto leonino come questo, in cui un socio paga e gli altri hanno propri membri nel cda.
Giuseppe Morganti dà il pieno sostegno ad un provvedimento che definisce “strategico”. E' vero, ha generato qualche perplessità in categorie che si sono viste esautorate. “Non è così, in questo contesto ne vengono valorizzati ruolo e competenze”. Poi, si rivolge ai sindacati. Non condivide le loro critiche. “Signori, qui siamo di fronte ad un interesse pubblico molto più grande rispetto a quello di un singolo. Se il problema è che certi dipendenti non sono disposti a viaggiare si troveranno un altro lavoro”.

Si procede con l'esame dei 54 articoli. L'aula si riunirà anche in serata.

MF

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