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Consiglio: l'Aula si spacca sui verbali del "caso Pierfelici"

14 nov 2018
La maggioranza
La maggioranza
Volano scintille in Aula. Non sorprende, con la giustizia si tocca un nervo scoperto. Con una lettera la maggioranza chiede di visionare i verbali della Commissione prima di decidere se consegnarli all'Avvocatura dello Stato nel ricorso dell'ex magistrato dirigente Valeria Pierfelici. Per modificare il comma – annuncia la Reggenza - serve la maggioranza qualificata. Si riaccende lo scontro con il Segretario Nicola Renzi che sottolinea il paradosso di un Consiglio che ha impiegato tre mesi per poter vedere atti parlamentari. Stigmatizza l'ostruzionismo dell'opposizione e torna anche sul famigerato annuncio del colpo di stato “che – racconta - ci è costato un lavoro immane di rassicurazioni ad altri paesi che non c'erano carri armati per le strade”.

“Le guerre non si fanno più sul campo ma con le carte bollate”, gli risponde Matteo Zeppa. Insomma, il tema esaspera le divisioni. Per la maggioranza è naturale consultare i verbali, “sono atti del Consiglio, non coperti da Segreto istruttorio” - afferma Pierluigi Zanotti e sulla loro trasmissione all'Avvocatura, “vogliamo nascondere al procedimento – chiede Giuseppe Morganti - atti utili al procedimento stesso? In qualsiasi democrazia è un principio sacrosanto garantire difesa e accusa”. L'opposizione però non ci sta. “Si tratta di ricorso amministrativo” - ribadisce Alessandro Mancini - “si decide se la Pierfelici è stata rimossa applicando la legge. Cosa c'entrano i verbali?”. Cita poi una sentenza del Commissario della Legge Antonella Volpinari che ne stabilisce la riservatezza. “Le sentenze fanno giurisprudenza”– afferma Iro Belluzzi. “C'è un fascicolo penale aperto – spiega – rischiamo di inquinare indagini in corso”, “segretezza non è per nascondere ma tutelare”, aggiunge Elena Tonnini mentre Federico Pedini Amati sfida la maggioranza: “se siete per la trasparenza, chiusi i procedimenti in corso, presentiamo un ordine del giorno per rendere pubbliche le sedute delle Commissioni Giustizia e antimafia. Sarò il primo firmatario”. Per Matteo Ciacci “al netto delle considerazioni strumentali il punto è solo uno: vogliamo fare sì che l'avvocatura difenda lo Stato anche attraverso atti della commissione in un procedimento amministrativo? E se no, perché?”. “La giustizia non è cosa da trattare a microfoni aperti” afferma Rete ma Roberto Giorgetti controbatte: “sono state promosse serate pubbliche su ordinanze coperte quelle sì da segreto istruttorio a differenza dei verbali della Commissione”.

E' bagarre anche sull'avvio della procedura di nomina di un Commissario della Legge. “La funzionalità del tribunale è fondamentale”– spiega Renzi. C'è però un grande assente, dice la minoranza: la relazione annuale sullo stato della giustizia del magistrato dirigente. Manca da tre anni. “È dirimente” – spiega Giovanna Cecchetti "perché ci dice cosa serve al tribunale”. Mimma Zavoli però ricorda i ritardi “ anche maggiori” nella precedente legislatura. L'opposizione accusa poi Morganti di essersi lasciato sfuggire il nome del futuro giudice. “E' stato già deciso che Massimiliano Simoncini ha i requisiti” afferma Giancarlo Venturini, con Marco Gatti e Francesco Mussoni che chiedono di verificare il rispetto delle procedure.

MF

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