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È ufficiale: Simone Celli si è dimesso dal Consiglio

4 feb 2019
Simone CelliÈ ufficiale: Simone Celli si è dimesso dal Consiglio
È ufficiale: Simone Celli si è dimesso dal Consiglio - Le ragioni in una lettera ai Capitani Reggenti
Dopo un week end di riflessione Simone Celli rassegna formalmente le sue dimissioni. I vertici di SSD gli avevano chiesto di ripensarci, la stessa Reggenza lo aveva invitato a riflettere ma l'ex Segretario alle Finanze è fermo sulle sue posizioni: si fa da parte “per il bene del paese”. Nel pomeriggio la comunicazione ai Capitani Reggenti.

Una scelta sofferta – come scrive lui stesso ai capi di Stato – per ragioni in primo luogo di carattere personale, coincidendo con la volontà di assicurare alla sua famiglia più presenza e attenzione. Ammette però che hanno pesantemente influito anche “i feroci attacchi e la violenza verbale" a cui è stato sottoposto in questi due anni, prima da membro del Congresso di Stato, poi del Consiglio. "L'odio e il livore di certa politica nei miei confronti – continua – hanno spesso travalicato i confini dell'ordinaria dialettica democratica”. Parla di insulti, denigrazioni, intimidazioni, “vere e proprie campagne diffamatorie coperte dall'immunità riconosciuta ai Consiglieri”.

“È stata rappresentata un'esigenza di discontinuità che rispetto e condivido e se questa esigenza può trovare risposta nella mia decisione – ci spiegava questa mattina - ne sono ben lieto”. Lo ribadisce nella missiva, sperando possa portare la maggioranza “a ritrovare coraggio, energia ed entusiasmo iniziali”. A nostra precisa domanda, chiarisce di non sentirsi scaricato da nessuno, “la politica – dice - è anche questa” e assicura il suo apporto ad SSD e ad Adesso.sm. Si dice infatti certo che il progetto politico della coalizione sia ancora valido e che abbia enormi potenzialità da esprimere nell'interesse generale della comunità. Si dice convinto che la sua decisione possa favorire un rafforzamento del livello di coesione politica fra le tre forze di maggioranza, “oggi più che mai indispensabile - scrive - per garantire un adeguato supporto all'azione del Governo e per impedire che il paese possa finire preda degli appetiti di qualche potentato esterno non meglio identificato”. Infine un ringraziamento ai cittadini, ai quali chiede scusa se non sempre è stato all'altezza del compito affidatogli.

Ora l'attenzione si sposta sul suo successore. Guardando alle preferenze, dovrebbe entrare Michele Guidi, con 21 voti. Lo seguono a pari merito con 20 voti Nancy Mabel Martinazzo e Roberto Tamagnini. Guidi, nel direttivo di SSD, è noto per aver creato il gruppo orgoglio operaio e il comitato disoccupati. Non si sbilancia su un suo possibile ingresso in Consiglio, prima di sciogliere le riserve – chiarisce – vuole valutare con famiglia e partito. SSD si riunirà mercoledì.

MF

La lettera consegnata ai Capitani Reggenti

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