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Gli sport poveri

29 giu 2013
Gli sport poveri
Gli sport poveri
In principio la spaccavamo a metà. C'era il calcio e c'erano gli altri sport. Ma c'erano anche i giornalisti, razza brutta sempre alla ricerca del colpo di penna che resti nella storia. Detto che la storia giustamente guarda e passa, i giornalisti restano e ci provano. Attualmente siamo a 3 categorie. Gli sport ricchi, gli sport da ricchi e gli sport poveri. Alcune discipline distribuiscono, meglio dire sperperano, soldi; altre ne richiedono per la pratica, altri (i poveri appunto) sono quelli che fanno i conti per sopravvivere, li fanno in termini economici e di reclutamento atleti senza grandi sponsor o una tv che si degni di trasmettere le gare. Sono quelli che entrano nei bar o nelle discussioni del quotidiano e che escono dalla colonnina delle brevi solo nelle immediate vicinanze di un evento olimpico. E sono quelli che non tradiscono mai. Da italiano dico la scherma piuttosto che il canottaggio o i vari tipi di Tiro, ma pure per San Marino la sostanza cambia poco. E converge su Trap e Bocce. La Raffa, sport tecnico che richiede anche un bella preparazione fisica, e' disciplina affascinate e spettacolare. Non è ancora olimpica come invece il Badminton (auguri), ma si vergogni chi continua a considerarla gioco da spiaggia o dei dopolavoristi. Le medaglie arrivano dagli sport poveri, perché la cultura del sacrificio premia. L'altra paga e ognuno e' libero di scegliere da che parte stare.

Roberto

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