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500 Miglia di Indianapolis: 15 anni dopo è ancora Montoya

26 mag 2015
15 anni dopo è ancora Montoya
15 anni dopo è ancora Montoya
Per vincere una gara delle Indy Car bisogna essere dei pazzi scatenati, per imporsi due volte nella 500 miglia di Indianapolis a 15 anni di distanza dalla prima nell'ovale, bisogna essere Juan Pablo Montoya.
Se è vero che per trionfare in questa categoria bisogna dosare – quasi dimenticarsi di avere – la gamba sinistra, allora ha vinto l'uomo giusto: quando correva per Williams e McLaren in Formula 1 nel circus si scherzava dicendo che la monoposto di Montoya non avesse freni, piuttosto due acceleratori, da quanto il colombiano osasse in pista: non a caso la velocità media più elevata nella storia della F1 (262,220 km/h) è stata fatta segnalare proprio dal sudamericano a Monza nel 2005. Elementi che raccontano di un pilota capace di tutto, anche di imporsi a 39 anni suonati in una delle gare più prestigiose del mondo; e pure con una gara tattica che non gli appartiene, partita dalla quinta fila e con tanto di pausa tecnica per la sostituzione di un alettone. Tutte casistiche che descrivono il perimetro di un campione di sostanza, che ha infilato i vari Will Power, Charlie Kimball e Scott Dixon prima di tagliare il traguardo davanti a tutti nell'ovale che aveva già salutato – alla voce Montoya – la prima gara del nuovo millennio. Al solito sono stati numerosi – e fortunatamente non fatali – gli incidenti che hanno caratterizzato la gara, nonostante il più grave sia avvenuto in pitlane, dove sono stati investiti due meccanici, finiti all'ospedale.
Non bastasse la ghirlanda, per il pilota del Team Penske è arrivato anche un assegno da 2,5 milioni di dollari, cosa che ci aiuta a capire meglio perchè Indianapolis sia considerata la gara per eccellenza e certo tra le più ambite nel mondo Indy e non solo.

LP

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