Il fenomeno è tornato o forse, semplicemente, non se ne è mai andato. A chi lo avesse frettolosamente dato per finito Valentino Rossi ha risposto con la terza vittoria stagionale, ottavo podio in otto uscite iridate. Con una moto adeguata – la migliore al momento, la M1 – il Dottore ha dimostrato di poter competere ancora per il titolo mondiale che – dovesse arrivare – sarebbe il decimo della sua straordinaria carriera.
Dopo i successi di Lorenzo a Jerez e Le Mans, il pesarese si è dato anima e corpo per ricucire un gap non così evidente, ma esistente, tra la sua Yamaha e quella del maiorchino. Più vicini, infatti, i due nei successivi Gran Premi del Mugello e della Catalogna, dove a spiccare non è stato – come avrebbe potuto – il miglior passo gara di Valentino, ma la capacità di Lorenzo di aggredire il compagno di scuderia fin dal sabato, dove puntualmente otteneva la prima fila.
Valentino ci è invece tornato solo in questo Gran Premio d'Olanda, dove ha centrato l'ultima pole al venerdì nella storia di Assen, riscrivendone pure il record sul giro.
Nei Paesi Bassi si è assistito anche al ritorno di un Marquez in palla e a suo agio nel tecnico olandese, tanto dall'essere andato ad una sola curva dal successo, capace di mantenere il ritmo indiavolato di Valentino Rossi, portando la sua Honda RC213V ai livelli della principale concorrente nipponica.
Passettino indietro per Jorge Lorenzo, che arrivava da quattro vittorie consecutive ed ha limitato i danni di un weekend no assicurandosi il podio e un ritardo in classifica contenuto nell'ordine delle dieci unità.
Il prossimo appuntamento è per il Gran Premio di Germania, il nono della rassegna iridata. Il Sachsenring costituirà il giro di boa del mondiale e un indicatore fedele dello stato di forma di piloti e della competitività delle moto. Appuntamento al prossimo 12 luglio – dunque – per una nuova puntata della rivalità sul tetto del mondo tra Valentino e Jorge Lorenzo.
LP
Dopo i successi di Lorenzo a Jerez e Le Mans, il pesarese si è dato anima e corpo per ricucire un gap non così evidente, ma esistente, tra la sua Yamaha e quella del maiorchino. Più vicini, infatti, i due nei successivi Gran Premi del Mugello e della Catalogna, dove a spiccare non è stato – come avrebbe potuto – il miglior passo gara di Valentino, ma la capacità di Lorenzo di aggredire il compagno di scuderia fin dal sabato, dove puntualmente otteneva la prima fila.
Valentino ci è invece tornato solo in questo Gran Premio d'Olanda, dove ha centrato l'ultima pole al venerdì nella storia di Assen, riscrivendone pure il record sul giro.
Nei Paesi Bassi si è assistito anche al ritorno di un Marquez in palla e a suo agio nel tecnico olandese, tanto dall'essere andato ad una sola curva dal successo, capace di mantenere il ritmo indiavolato di Valentino Rossi, portando la sua Honda RC213V ai livelli della principale concorrente nipponica.
Passettino indietro per Jorge Lorenzo, che arrivava da quattro vittorie consecutive ed ha limitato i danni di un weekend no assicurandosi il podio e un ritardo in classifica contenuto nell'ordine delle dieci unità.
Il prossimo appuntamento è per il Gran Premio di Germania, il nono della rassegna iridata. Il Sachsenring costituirà il giro di boa del mondiale e un indicatore fedele dello stato di forma di piloti e della competitività delle moto. Appuntamento al prossimo 12 luglio – dunque – per una nuova puntata della rivalità sul tetto del mondo tra Valentino e Jorge Lorenzo.
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