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Ancora una giornata di proteste e violenza per l’apertura della seconda discarica a Terzigno

21 ott 2010
Ancora una giornata di proteste e violenza per l'apertura della seconda discarica a Terzigno
Ancora una giornata di proteste e violenza per l'apertura della seconda discarica a Terzigno
La protesta per la seconda discarica di Cava Vitiello degenera. Cariche della polizia, lanci di pietre contro i mezzi, addirittura bruciati 5 compattatori, altri 15 bloccati dalle barricate. Bandiera a mezz’asta in Comune dove il sindaco Langella dichiara: “Ha vinto la camorra”. Rivolta sedata con manganelli e lacrimogeni nella notte, poi la tregua del mattino, che ha consentito a 31 camion di scaricare a Sari, e di nuovo la violenza. Pronto alle dimissioni si dice il presidente del parco del Vesuvio, Leone, che attacca il ministro dell’ambiente e la Prestigiacomo risponde: “Lo avesse fatto quando abbiamo votato il decreto sull’emergenza rifiuti. Quelle di Terzigno sono proteste criminali”. Reagiscono le opposizioni con il segretario pd Bersani che denuncia l’inefficienza del Governo, chiede soluzioni per evitare la rivolta. Meraviglia dal sindaco Iervolino che chiede: “Possibile che ci siano solo Vesuvio e Cava Vitiello?”. A Roma il sindaco di Terzigno incontra il premier, che indice per domani una riunione d’urgenza con protezione civile, ministri all’economia, interno e ambiente e il governatore Caldaro. Proprio il governatore garantisce sui controlli e sulla sicurezza del sito di Terzigno, a Napoli resta grave la situazione: 1.400 tonnellate di spazzatura ammassata in strada.

Annamaria Sirotti

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