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La cremazione 'conviene'? Il fenomeno cresce e toglie lavoro ai fiorai

2 nov 2017
Visite al cimiteroCremare 'conviene'? Il fenomeno cresce e toglie lavoro ai fiorai
Cremare 'conviene'? Il fenomeno cresce e toglie lavoro ai fiorai - Tempi difficili per i fiorai dei cimiteri. Dietro a tutto, la crisi che spingerebbe a scegliere meto...
Sono 44 anni che Filomena si occupa della vendita di fiori davanti al cimitero di Verucchio. Ultimamente gli affari non vanno bene. Colpa della crisi economica, dice. Ma ci sarebbe un’altra spiegazione al minore bisogno di fiori: la cremazione. Spazi più piccoli per riporre i resti dei propri cari, magari con più urne all’interno, oppure la possibilità di disperdere le ceneri: tutte ragioni che contribuiscono ad avere meno necessità di composizioni floreali.

Nel 2016, a Verucchio, di 100 salme entrate nel cimitero, 30 sono state cremate. Un dato in aumento, tra il 3 e il 4% in più rispetto al 2015. Tra la gente, c’è chi spiega questo cambiamento con motivazioni igieniche e c’è chi parla di semplici evoluzioni nei costumi. Parlando con gli addetti del settore, però, si scopre che dietro a questa scelta ci potrebbe essere anche la volontà di far risparmiare gli eredi.

Per esempio: la spesa ‘cimiteriale’ per l’inumazione a terra, sempre a Verucchio, è di circa 280 euro. Se si sceglie il loculo, si può andare dai 2.600 ai 3.500 euro, in base alla collocazione. Ma se il defunto è stato cremato, i resti potranno essere riposti in un ossario - più piccolo - e la cifra per il rilascio della concessione sarà molto più bassa, dai 500 ai 900 euro. Nello stesso spazio, poi, potranno andare dalle 2 alle 3 urne. 

Alla sepoltura e alle altre spese va aggiunta la tariffa per l’operazione di cremazione. Farlo all’impianto di Rimini ha un costo che si aggira sui 590 euro. Sommando questo importo ai 500 euro minimi della concessione per un ossario, si arriva comunque a spendere circa 1.500 euro in meno rispetto al ‘tradizionale’ loculo. E i costi diminuiscono ulteriormente in caso di dispersione delle ceneri. Questo provocherebbe effetti indiretti ai settori economici collegati come quello, appunto, dei fiori. A Rimini la situazione dei fiorai è simile.

Da agosto a dicembre 2016, nell'impianto di Rimini sono stati cremati 471 defunti. Nel 2017, da gennaio a luglio, il numero è salito a 1002: 428 resti sono rimasti in città, 260 sono stati trasferiti nei cimiteri della Provincia. L’impressione è di essere di fronte a un fenomeno in crescita che sta cambiando il modo di celebrare e ricordare i nostri cari. 

Mauro Torresi

Nel servizio, le voci dei fiorai tra Verucchio e Rimini

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