L'Emilia Romagna vanta il primato di regione più alberata dello stivale.
La piccola Amazzonia nostrana, con una densità di 1.815 alberi per ettaro, raggiunge la superficie record di 611 mila ettari.
Stando all'ultimo inventario delle Foreste e dei Serbatoi forestali di Carbonio, negli ultimi trent'anni boschi e foreste sono cresciuti del 20% ed ora arrivano a coprire un terzo del territorio.
Infatti la regione conta 2 parchi nazionali, 1 interregionale, 14 regionali e 15 riserve naturali con più di 2700 specie di piante, oltre 350 di animali e 71 habitat di interesse europeo: un patrimonio così variegato grazie alla sua particolare dislocazione geografica, che si estende da zone fresche dell'Appennino, a quelle aride collinari fino a quelle più umide del delta del Po.
Il polmone verde emiliano romagnolo non vanta solo record numerici, ma anche storici.
Il legname proveniente dal Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi situato nell'appennino tosco-romagnolo, da poco riconosciute patrimonio UNESCO, venne utilizzato per la costruzione della cupola del Brunnelleschi del Duomo di Firenze.
Al confine tra la Romagna e le Marche si può ammirare la faggeta di Pianacquadio, uno dei pochissimi boschi spontanei di faggio con esemplari ad alto fusto plurisecolari.
Ma anche avvicinandosi sul riminese nei pressi di Villa Verucchio vi si ritrova il Cipresso di San Francesco, alto 20 metri per 5,70 metri di circonferenza e un'età valutata intorno agli 800 anni.
E poi anche giganti verdi che rientrano nell'elenco degli alberi monumentali d'Italia, come il forlivese Platano di Carpinello, sotto il quale, si dice, Giosuè Carducci abbia composto una delle sue grandi poesie.
Silvia Sacchi
La piccola Amazzonia nostrana, con una densità di 1.815 alberi per ettaro, raggiunge la superficie record di 611 mila ettari.
Stando all'ultimo inventario delle Foreste e dei Serbatoi forestali di Carbonio, negli ultimi trent'anni boschi e foreste sono cresciuti del 20% ed ora arrivano a coprire un terzo del territorio.
Infatti la regione conta 2 parchi nazionali, 1 interregionale, 14 regionali e 15 riserve naturali con più di 2700 specie di piante, oltre 350 di animali e 71 habitat di interesse europeo: un patrimonio così variegato grazie alla sua particolare dislocazione geografica, che si estende da zone fresche dell'Appennino, a quelle aride collinari fino a quelle più umide del delta del Po.
Il polmone verde emiliano romagnolo non vanta solo record numerici, ma anche storici.
Il legname proveniente dal Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi situato nell'appennino tosco-romagnolo, da poco riconosciute patrimonio UNESCO, venne utilizzato per la costruzione della cupola del Brunnelleschi del Duomo di Firenze.
Al confine tra la Romagna e le Marche si può ammirare la faggeta di Pianacquadio, uno dei pochissimi boschi spontanei di faggio con esemplari ad alto fusto plurisecolari.
Ma anche avvicinandosi sul riminese nei pressi di Villa Verucchio vi si ritrova il Cipresso di San Francesco, alto 20 metri per 5,70 metri di circonferenza e un'età valutata intorno agli 800 anni.
E poi anche giganti verdi che rientrano nell'elenco degli alberi monumentali d'Italia, come il forlivese Platano di Carpinello, sotto il quale, si dice, Giosuè Carducci abbia composto una delle sue grandi poesie.
Silvia Sacchi
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