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Reggenza in visita al museo dell'emigrante: un percorso tra storie in parte dimenticate

18 dic 2017
Reggenza in visita al museo dell'emigrante: un percorso tra storie in parte dimenticate
Reggenza in visita al museo dell'emigrante: un percorso tra storie in parte dimenticate - La visita nella Giornata internazionale per i diritti dei migranti.
Tra i vecchi fogli di un archivio, riaffiora la storia lontana di una ragazza sammarinese. Aveva 15 anni quando si sposò – tra gli anni '20 e '30 del '900 – e proprio lo stesso giorno le consegnarono il passaporto per partire. E' l'inizio di una delle tante vicende di cittadini emigrati in cerca di lavoro. Ricordi e documenti che rivivono al museo dell'emigrante visitato dai Capitani Reggenti, nella Giornata internazionale per i diritti dei migranti.

Alla Reggenza sono stati illustrati i documenti sugli spostamenti passati dei minori verso l'estero: giovanissimi dai 12 ai 15 anni che partivano per proporsi come braccianti, contadini, balie, sarte. I flussi maggiori di sammarinesi verso il mondo avvennero tra la metà dell'800 e gli anni '60 del secolo scorso, spiega la direttrice del museo, Patrizia Di Luca.

La meta favorita era l'Italia, soprattutto tra Marche e Romagna, poi la Francia, ma anche Argentina e Stati Uniti d'America. La maggioranza delle famiglie possiede ancora ricordi diretti di emigrazione, per via di genitori, nonni e parenti. I cittadini del Titano, esperti scalpellini, venivano poi impiegati come minatori, in Belgio e al confine tra Francia e Germania.

Molti tornarono e aprirono attività in Repubblica, altri rimasero nel nuovo Paese mantenendo il legame con la terra d'origine e andando a formare la numerosa comunità dei sammarinesi all'estero. Oggi si assiste a un tipo di migrazione diversa, che ha messo alla prova l'Europa. A questo proposito, i capi di Stato sono intervenuti con un messaggio, esortando i Paesi e la comunità internazionale a fare di più garantire diritti e libertà nelle diverse zone del globo.

Mauro Torresi

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